Una delle possibili svolte nello sviluppo di batterie più sicure ed efficienti porta la firma italiana del laboratorio Enea, che coordina il progetto Fenice. Anche se, in realtà, dietro c'è una collaborazione che coinvolge tutta una serie di partner, tra cui il Centro Ricerche Fiat, polo tecnologico ancora attivo nel cuore di Stellantis.
Il risultato dello studio è un nuovo materiale da impiegare per gli involucri dei pack batterie e che promette di migliorare il rapporto tra peso e robustezza, oltre che la sostenibilità.
Nuovo composito fibrorinforzato
Il nuovo materiale si basa su un composito pre-impregnato e brevettato dall'italiana Crossfire, altro partner del progetto. Si tratta di una resina sintetica rinforzata con fibre e ricavata principalmente dal PET, la plastica di recupero delle bottiglie usate.
Questo procedimento promette, tra i molti vantaggi, una produzione semplice, ridotti livelli di emissioni e sostanze nocive, basso consumo energetico e un'elevata riciclabilità, oltre che una realizzazione da filiera interamente europea.
Il progetto Fenice e il nuovo composito per i battery box
Al tempo stesso, secondo i risultati della ricerca, questo materiale consente di modellare strutture più leggere e non meno robuste di altri materiali impiegati per i box batterie, come l'alluminio puro. I componenti sono realizzati secondo una struttura che alterna strati di materiale composito fibrorinforzato e altri di alluminio e si dimostra anche resistente sia al calore, sia all'esposizione diretta la fuoco.
Una prima sperimentazione pratica è stata avviata con l’azienda italiana Tacita, che si occupa di motociclette e veicoli elettrici, che ha testato questo nuovo materiale su modelli stradali e anche in attività sportive, fra cui l'ultima edizione della Dakar, sostituendo i tradizionali case interamente in alluminio.
I contenitori delle batterie e un pannello realizzati con il nuovo composito fibrorinforzato
Batterie, ma non soltanto
L'obiettivo del progetto Fenice non è limitato al solo ambito automotive: gli involucri delle batterie sono uno dei primi impieghi del nuovo ritrovato, che tuttavia, come hanno dichiarato i responsabili del progetto, ha caratteristiche meccaniche adatte a soddisfare i requisiti per diversi altri componenti e può quindi trovare aree di applicazione anche in altri ambiti.
Fotogallery: Il progetto Fenice e il nuovo composito italiano per battery box
Fonte: Enea