Non è un momento facile per l’auto elettrica. E non è un momento facile neppure per Volkswagen, che sull’auto elettrica ha scommesso molto. La Casa tedesca ha fatto sapere che, vista la situazione attuale, sta valutando la possibilità di annullare un accordo riguardante la sicurezza sul lavoro che dura da 30 anni e di chiudere uno o più stabilimenti in Germania.
Inutile dire che i sindacati tedeschi, alla notizia, si sono immediatamente sollevati per difendere le condizioni di lavoro e i livelli occupazionali. Oliver Blume, che già deve capire come risollevare le vendite, si trova quindi altre gatte da pelare. Ma cosa sta succedendo davvero?
Tra domanda in calo e concorrenza low-cost
Partiamo dallo scenario generale. La domanda di auto elettriche rallenta e, con essa, rallenta anche la produzione di veicoli a batteria negli stabilimenti, sovradimensionata rispetto alle reali necessità del momento.
Produzione di Volkswagen ID.4 a Zwickau
A rendere il tutto più difficile c’è la concorrenza sempre più agguerrita delle Case cinesi. L’arrivo di nuovi player sul mercato fa bene al consumatore, ma non giova ai costruttori tradizionali, che in qualche modo devono contrastare l’arrivo di brand con listini aggressivi.
Il problema è che l’industria tedesca sta facendo i conti con costi dell’energia e della manodopera che non consentono di abbassare i prezzi. È una cosa che va oltre il settore automobilistico e che ai grandi gruppi rende necessario rivedere la strategia. Volkswagen, in particolare, vuole ridurre i costi di 10 miliardi di euro, ma anche su questo fronte è in ritardo sulla tabella di marcia. E qui si torna alla possibile chiusura delle fabbriche.
Tecnici Volkswagen lavorano alla produzione delle batterie per la piattaforma MEB
Gli stabilimenti a rischio
Stando a quanto riportato dal sindacato IG Metall, gli stabilimenti tedeschi a rischio chiusura si trovano tutti nel nord della Germania, nello Stato federato della Bassa Sassonia. A confermarlo sarebbe stato anche il consiglio di fabbrica di Volkswagen, secondo cui alcuni impianti sono ormai obsoleti e poco remunerativi. Tra questi ci sono lo storico stabilimento di Brunswick, che oltre a componenti vari produce batterie per veicoli su piattaforma MEB, Emden, Hannover e Kassel (che si trova nello Stato dell’Assia).
Tagli potrebbero essere previsti anche nello stabilimento centrale di Wolfsburg e in quello di Salzgitter, recentemente aggiornato con un investimento da 2 miliardi di euro per diventare una delle fabbriche principali di celle per batterie.
"Siamo a corto di circa 500.000 vendite, corrispondenti alla produzione di due stabilimenti. E questo non ha nulla a che vedere con i nostri prodotti. Il mercato semplicemente non c'è", è stato il commento fatto dal cfo Arno Antlitz durante un incontro coi sindacati. La missione era di fare chiarezza, ma purtroppo è fallita.