Sono passati quasi quattro anni da quando Tesla ha presentato le sue famose batterie 4680 al Battery Day di settembre 2020. L'obiettivo era (ed è) quello di creare una cella che garantisca maggiore densità energetica e produzione a prezzi accessibili, fondamentali per la futura nascita dell'attesa Model 2, l'auto elettrica economica da 25.000 dollari.

Facciamo ora un passo avanti e arriviamo a giugno scorso, quando la Casa annuncia al mondo la produzione della 50 milionesima cella. E adesso, 101 giorni dopo, si raddoppia, arrivando a quota 100 milioni. Un traguardo importante, perché significa che il costruttore texano ha finalmente risolto gli annosi problemi che hanno perseguitato gli accumulatori.

La storia delle batterie 4680 di Tesla

Dopo aver acquisito Maxwell Technologies nel 2019 per il suo esclusivo processo di "rivestimento a secco" degli elettrodi, Tesla ha lavorato instancabilmente per perfezionare il design delle celle, una delle chiavi per ridurre i costi: lì è però partito il calvario della Casa.

 

A cinque anni da allora, il ceo Elon Musk si è deciso a dare l'ultimatum al team di ricerca responsabile del progetto: risolvere i problemi entro la fine dell'anno o abbandonare tutto. Era maggio, ma ora, quattro mesi dopo, pare che siamo alla volta.

Ecco perché

L'ipotesi è giustificata da boom e trend produttivi delle ultime settimane. Il costruttore ha infatti festeggiato il 1° milione di celle nel gennaio 2022, il 10° nel giugno 2023, il 50° nel giugno 2024 e il 100° nello scorso fine settimana: significa che ha aumentato i ritmi in fabbrica in maniera esponenziale e che i problemi potrebbero essere solo un brutto ricordo da lasciarsi alle spalle.

Con la relazione sugli utili del secondo trimestre, Tesla ha rivelato anche l'avvio dei test di convalida delle primissime celle 4680 a catodo secco. Protagonista dell'esperimento era un prototipo del pick-up elettrico Cybertruck, realizzato in quasi 60.000 unità. Altro indizio di tempi maturi.