La strategia di espansione in Europa della cinese Byd passa anche dalla Blade Battery che alimenta le sue auto elettriche. Una batteria guardata con particolare interesse da addetti ai lavori e appassionati per le sue particolari caratteristiche tecniche che fu annunciata per la prima volta nel 2020 e che torna oggi sotto i riflettori soprattutto in relazione al lancio europeo di 3 modelli della Casa cinese, con la Atto 3 in testa.

Lo stesso presidente e ceo della Casa Wang Chuanfu, presentandola, enfatizzò il suo intento di ridefinire gli standard di sicurezza delle batterie per auto elettriche. Messa a punto con l’obiettivo dichiarato di garantire la massima affidabilità anche nelle situazioni più estreme, la batteria è stata inevitabilmente un’osservata speciale nel caso di alcuni presunti incidenti apparsi sui social.

Vediamo però meglio come è fatta questa Blade Battery e quali sono alcuni dei severi test a cui è stata sottoposta.

Struttura e stress test

Al di là della chimica, Byd sostiene che l’asso nella manica della Blade Battery risieda nella sua struttura cell-to-pack. A differenza della costruzione più diffusa, in cui le celle sono raggruppate in moduli intermedi, questa ha le celle posizionate direttamente una a fianco all'altra all'interno della batteria. Con un evidente vantaggio in termini di densità energetica , che aumenta proprio per la mancanza di elementi energicamente "non attivi". In questo senso, la Blade Battery è accreditata di un valore di 150 Wh/kg. A livello di singola cella arriva invece di 166 Wh/kg.

Batteria BYD Blade
La Blade Battery

Nel corso della conferenza stampa che Byd aveva tenuto per annunciare al mondo l’esistenza della Blade Battery, la Casa aveva mostrato anche le immagini relative al cosiddetto nail penetration test, con cui sostanzialmente si inserisce un perno metallico nella batteria per innescare un cortocircuito. Durante questo test la batteria non aveva emesso fumo e la temperatura superficiale non aveva superato i 60 gradi, contro gli oltre 200 (e anche 400) che possono toccare invece altre batterie al litio ferro fosfato.

Ma non è tutto, perché la batteria era stata anche schiacciata, piegata, surriscaldata in un forno a 300 gradi e sovraccaricata fino al 260% senza principi di incendio o esplosioni. Evidenziata in questo senso anche la capacità dell’accumulatore di non rilasciare ossigeno durante i guasti.

La vuole anche Tesla?

La batteria di Byd ha caratteristiche tali che tra le Case che sembrano interessate ad adottarla ci sarebbe anche Tesla. Secondo indiscrezioni, Elon Musk e soci - che già usano accumulatori LFP sulle entry level della Model 3 e della Model Y - potrebbero infatti rivolgersi al costruttore cinese per alimentare alcuni specifici modelli.

Produzione di batterie BYD Blade
La produzione della Blade Battery

Aspettando sviluppi, ricordiamo che Blade Battery ha debuttato sulla berlina di punta di Byd, la Han, ed è poi stata adottata anche da altri modelli elettrici e ibridi plug-in della Casa, inclusi quelli che saranno venduti in Europa. A quanto pare la Casa starebbe lavorando anche a una seconda generazione di questo suo accumulatore LFP, che potrebbe avere una densità energetica aumentata del 17% e toccare quindi i 180 Wh/kg.

Polemiche social

Come già accennato, forse proprio per la sua dichiarata attenzione massima alla sicurezza, sulla Blade Battery si è fatto nel recente passato un gran parlare dopo alcuni video postati sui social di batterie in fiamme. La stessa Reuters, che proprio su questo tema ha interpellato nelle scorse settimane Byd, sottolinea di non essere stata però in grado di accertare la veridicità delle riprese.

La Casa, dal canto proprio, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma ha avviato una campagna di richiamo per 9.663 esemplari del SUV plug-in DM-i (che non è tra i modelli destinati all’Europa). Quando presenti la Blade Battery come “la batteria più sicura del mondo”, del resto, diventa inevitabile avere tutti gli occhi puntati addosso.

Una cella, tante dimensioni

Potendo contare su un’architettura cell-to-pack, la Blade Battery di Byd ha il vantaggio di essere configurabile con la massima libertà. Così, in base al modello su cui viene montata, ha diverse dimensioni e diverse capacità.

BYD Atto 3
La BYD Atto 3

Ad esempio, sulla BYD Tang EV, la Balde Battery arriva a 86,4 kWh. Sulla Han, la Song Plus e la Qin, invece, non si superano i 71,7 kWh. Sulla Atto 3 due sono le opzioni – 50,1 e 60,6 kWh, mentre sulla Qin Plus e la E2 ci si ferma a 47,5 kWh. La Blade Battery è usata anche sulle ibride plug-in. Sul SUV DM-i, ad esempio, arriva a 15,2 kWh.

Caratteristiche tecniche di una singola cella

  • Chimica LiFePO4 (LFP)
  • Capacità 202 Ah
  • Voltaggio nominale 3.2 V
  • Capacità 646.4 Wh
  • Lunghezza 905 mm
  • Larghezza 118 mm
  • Altezza 13,5 mm
  • Volume 1.4 litri
  • Densità energetica volumetrica 448 Wh/l
  • Densità energetica gravimetrica 166 Wh/kg
  • Peso: 3,9 kg
  • Durata stimata oltre 3.000 cicli