Tesla si è di nuovo trovata sotto attacco. Dopo il tentativo di hackeraggio sventato qualche mese fa nella Gigafactory del Nevada, stavolta nella fabbrica di Fremont la sicurezza ha colto sul fatto un dipendente che stava sabotando le linee produttive.
Almeno, questo è quello che si legge in una mail inviata a tutti i dipendenti. Secondo quanto riportato da Bloomberg, che proprio di quella email è entrata in possesso, la comunicazione era firmata da Al Prescott in persona, vice presidente e a capo del dipartimento legale della Casa.
Licenziamento immediato
“Due settimane fa - si legge - il reparto IT ha visto un dipendente sabotare attrezzature aziendali. Solo un intervento tempestivo ha evitato che i danni non fossero di maggiore entità. Le linee produttive sono state ripristinate velocemente e dopo poche ore hanno ripreso a funzionare regolarmente”. Regolarmente per quanto con l'arrivo della Model Y si lavori in condizioni abbastanza precarie, Tesla, problemi in paradiso? Nuove grane per Musk tra Covid e Model Y.
A quanto pare, l’impiegato, di cui l’azienda non ha divulgato il nome, ha distrutto un computer di controllo delle linee e, in seguito, ha cercato di far perdere le proprie tracce. Davanti all’evidenza ha però confessato ed è stato quindi licenziato.
Attacco d'ira
Se nel caso della Gigafactory del Nevada la sicurezza e l’FBI hanno sventato un attacco criminale strutturato e ragionato volto a chiedere a Tesla un milione di dollari di riscatto, l’episodio di Fremont è stato visto come un gesto isolato e senza premeditazione.
Restano da capire i motivi per cui il dipendente ha dato in escandescenza, ma l’azienda è convinta che alla base ci siamo motivazioni personali.