La rete di ricarica nel Vecchio Continente cresce, e cresce anche a ritmo sostenuto, ma non riesce a stare al passo del mercato delle auto elettriche. È quanto emerge da uno studio diffuso oggi dall’ACEA, l'associazione delle Case auto europea, che ha messo in luce alcune criticità da affrontare il più in fretta possibile per non rallentare il poderoso sviluppo delle EV.
Con la seconda edizione dell’analisi Making the Transition to Zero-Emission Mobility, ACEA ha raccolto e organizzato dati di mercato che mostrano come negli ultimi tre anni le vendite di elettriche e plug-in hybrid abbiano fatto registrare un incremento pari al 110%, ma nello stesso periodo i punti di ricarica sono cresciuti solo del 58%, arrivando a quasi 200.000.
Poche e lente
Lo scenario tracciato dall'associazione è molto scivoloso. Si rischierebbe di andare infatti verso un punto in cui chi guida un’auto elettrica - senza possibilità di ricaricare a casa o sul posto di lavoro - potrebbe scontrarsi con molte colonnine occupate. Un problema che secondo ACEA ostacolerebbe in modo determinante la crescita del comparto e la transizione energetica.
Inoltre, delle colonnine presenti in Ue, solo una su sette ha una potenza di ricarica almeno "accettabile". In base ai dati ACEA, aggiornati a fine 2019, solo 28.586 punti hanno una potenza superiore a 22 kW, mentre 171.239 sono addirittura più lenti.
La distribuzione geografica
C’è poi un altro dato che preoccupa ACEA, ed è quello della distribuzione delle infrastrutture tra i vari Stati europei. Il 75% delle colonnine si trova in soli 4 Paesi: Olanda, Germania, Francia e Inghilterra. Ma questi occupano solo il 27% dell’intero territorio. Per la cronaca, quinta è l’Italia, che secondo gli ultimi dati disponibili si attesta nell'ordine dei 16.000 punti di ricarica accessibili al pubblico.
- Olanda: 50.824 punti di ricarica
- Germania: 40.517 punti di ricarica
- Francia: 28.538 punti di ricarica
- Inghilterra: 28.538 punti di ricarica
Di fronte a questa situazione ACEA chiede alla Commissione Ue di accelerare sul sostegno alla diffusione dell’infrastruttura di ricarica per due motivi: prima di tutto perché altrimenti non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo dichiarato dalla presidente Ursula Vor der Leyen del milione di colonnine, e poi perché altrimenti non si riuscirà ad offrire un servizio adeguato alle 13 milioni di auto “alla spina” che si prevede circoleranno in Europa tra 5 anni.