Un mese fa, mentre il decreto Semplificazioni diventava legge con il suo carico di (importanti) novità per l’auto elettrica, avevamo sottolineato l’importanza di monitorare uno dei suoi aspetti più “critici”: il promesso taglio delle tariffe di ricarica pubblica.
Un tema estremamente complesso e delicato, su cui come ci aspettavamo è arrivato subito l’altolà dell’Arera, l’Autorità per l’Energia, a cui il provvedimento chiede senza troppi giri di parole di sforbiciare il costo delle ricariche. Tutto da rifare quindi? Il "pieno" alla colonnina continuerà a costare il doppio di quello a casa?
Il contesto
Riavvolgiamo un momento il nastro per chi si fosse perso le puntate precedenti. Tra le tante misure in favore della eMobility, il decreto Semplificazioni - convertito dalla legge 11 settembre 2020, n.120 - aveva prescritto all’Autorità di stabilire tariffe per l’elettricità destinata alle colonnine “tali da assicurare un costo dell’energia elettrica non superiore a quello previsto per i clienti domestici residenti”.

Dopo aver sollevato forti perplessità già prima dell’approvazione del testo, adesso l’Authority torna dalla politica per dire, in estrema sintesi: “Così non si può fare”. Ma vediamo le motivazioni dietro questo semaforo rosso.
Le ragioni dello stop
La frenata ufficiale è giunta in occasione di un'audizione in commissione Industria del Senato del presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini.
“L’Autorità ha già espresso la propria completa condivisione (…) di favorire l’uso di veicoli alimentati ad energia elettrica”, ha sottolineato l’Arera, “anche per il conseguimento degli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) approvato dal Governo”. Piano che, lo ricordiamo, prevede 4 milioni di auto full electric e 2 milioni di plug-in circolanti sulle strade italiane al 2030.
Tuttavia, ha aggiunto l’Autorità, la disposizione “fa riferimento al concetto di 'tariffa di fornitura', che non è compatibile con la normativa comunitaria attualmente vigente, in base alla quale l’assetto del mercato elettrico è pienamente liberalizzato”.

Non solo però. “Anche nel caso di attuazione della norma con riferimento alle sole tariffe a copertura dei costi relativi ai servizi di rete” e “ferme restando le problematiche connesse allo sviluppo dei punti di prelievo dedicati esclusivamente alla ricarica”, secondo l’Authority “l’equiparazione degli operatori commerciali (come i gestori dei punti di ricarica in luoghi aperti al pubblico) alle famiglie (clienti domestici) resta molto critica”.
Un intervento impossibile?
Perché molto è una cosa così critica? Perché “le condizioni di ricarica possono essere molto diverse tra questi due ambiti, con particolare riguardo alla velocità di ricarica e, quindi, alla potenza elettrica richiesta al punto di connessione con la rete”.
E ancora, “poiché la ricarica dei veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico è un servizio reso a prezzi liberamente definiti dagli operatori”, per l’Arera “laddove non fossero assicurate condizioni di effettiva concorrenza, si prefigurerebbe il rischio che eventuali agevolazioni sul costo dell’input energetico non si riflettano pienamente sul prezzo finale dell’output, ossia del servizio di ricarica richiesto all’automobilista elettrico”.
Inoltre, l’Autorità punta la lente sul fatto che la norma del Semplificazioni non quantifica l’ammontare complessivo dell’eventuale agevolazione né individua il soggetto a carico del quale questa sarebbe posta.
Braccio di ferro
Per tutti questi motivi, l’Authority conclude che le tariffe di rete applicabili ai punti di prelievo dedicati alla ricarica dei veicoli elettrici “non possono porsi in contrasto con il principio di aderenza ai costi” - evidentemente superiori a quelli di una ricarica domestica - che “deve guidare le determinazioni tariffarie, in linea con la normativa comunitaria attualmente vigente”.
La posizione è netta. E ora? Come si evolverà questo braccio di ferro tra politica e regolatore? Alla fine si arriverà davvero alla parità di costo in cui credono molti operatori? Come promesso, InsideEVs continuerà a monitorare tutti gli sviluppi di questa complessa situazione, di particolare rilievo in un Paese in cui avere un garage a disposizione per la ricarica è tutt'altro che scontato.