Niente è in grado di vendersi da solo. Tantomeno un prodotto particolare e complesso, ancorché a maggior valore aggiunto rispetto alla concorrenza. Con Eataly prima e con Green Pea poi, Oscar Farinetti ha insegnato al mondo l’importanza dell’esperienza d’acquisto, di capire i gusti dei clienti e di farli sentire coccolati.
In un certo senso perfino di educarli, perché per essere apprezzati - e poi eventualmente scelti - certi prodotti vanno prima di tutto capiti, con pregi e limiti. E bisogna saperli spiegare. Con l’auto elettrica oggi sta succedendo lo stesso e secondo Farinetti il successo dell’elettrico è molto più vicino di quanto molti credano”. Ne abbiamo parlato agli Electric Days in questi giorni.
L’effetto “moda”
“Noi italiani siamo un po’ neofobi, ma quando una cosa diventa di moda poi schizziamo subito”, osserva l’imprenditore ricordando l’esperienza dei telefoni cellulari nella Penisola: “Nel ’93 eravamo gli ultimi al mondo per numero di telefonini e all’improvviso dopo 2 anni eravamo quelli che ne avevano di più”.
Cosa è cambiato? “La percezione del prodotto, che dall’essere qualcosa di complicato è diventato qualcosa di figo”. Lo stesso secondo Farinetti avverrà anche con l’auto elettrica.
Sostenibilità al centro
“Prima di Eataly”, ricorda Farinetti, “frequentavo i mercatino dello slow food”, dove però mancava la capacità di proporre adeguatamente il prodotto. “Noi abbiamo preso queste straordinarie eccellenze e le abbiamo rese cool”.
Affrontato nel corso dell’intervista anche il tema della sostenibilità in senso lato: “Diventerà dirimente tra chi vincerà e chi perderà nella politica, ma anche per le aziende”.