Le tre Case cinesi Li Auto, Nio e Xpeng sono già quotate a Wall Street, ma a quanto pare, entro la fine dell’anno, si affacceranno anche su uno dei principali mercati borsistici asiatici: quello di Hong Kong.
Stando alle dichiarazioni di una fonte informata dei fatti - che ha voluto restare anonima per non violare nessun accordo di riservatezza - i tre gruppi automobilistici cinesi puntano a mettere in vendita una percentuale del loro capitale pari a circa il 5%. Che a conti fatti, considerando il valore attuale a a New York, sarebbe pari a circa 5 miliardi di dollari.
Una mossa apprezzata
Li Auto, Nio e Xpeng, dal 2018 ad oggi hanno raccolto 14,7 miliardi di dollari sul solo mercato statunitense e nella sola settimana attuale hanno registrato crescite comprese tra il 3,7 e il 5,3%. Interrogate da Reuters sulla questione, però, si sono tutte chiuse dietro un muro di silenzio.
La volontà di quotarsi a Hong Kong è facile da capire: le tre aziende, infatti, stanno investendo molto sia per crescere dal punto di vista tecnologico (basti vedere la guida autonoma introdotta da Xpeng sulla P7, ad esempio), sia per espandere la propria rete commerciale e i volumi di vendita. Questo in previsione della forte crescita del mercato delle vetture a basso impatto ambientale, che nella sola Cina subirà un incremento del 40%. Significa passare da 1,8 milioni di auto a 2,5 milioni.
Non solo Wall Street
"Nonostante le risorse finanziarie molto più ricche rispetto a un anno fa, le start-up di veicoli elettrici devono ancora investire pesantemente nella tecnologia di prossima generazione", ha detto l'analista Shi Ji di Haitong International. "Esplorare una quotazione secondaria molto più vicina al loro mercato interno è quindi una buona mossa."
Una mossa che non è affatto nuova, come dimostrano le tante società cinesi (anche non in ambito automotive) che pur essendo già presenti sulla borsa di New York hanno optato per quella di Hong Kong raccogliendo capitali notevoli.
Più mercati uguale più capitali
L’idea, per quanto ancora abbozzata, era stata ventilata la scorsa settimana dal presidente di Xpeng Brian Gu, che alla Reuters aveva affermato che “per una società che lavora in funzione dei consumatori entrare a contatto con i mercati finanziari locali è una strategia che a lungo termine paga, per via del fatto che permette di raccogliere capitali maggiori”.
Ma arrivare ad essere quotati ad Hong Kong non è così facile. La borsa richiede infatti che le società già quotate altrove arrivino da almeno due anni finanziariamente buoni. Li Auto e Xpeng, però, sono arrivate a Wall Street sono durante il 2020 e devono quindi attendere almeno il 2022. A meno che non facciano richiesta di una doppia quotazione primaria, cosa che le svincolerebbe proprio dalla questione dei due anni.