La grande onda dell’energia pulita sta per abbattersi sui mercati finanziari di tutto il mondo e Bill Gates, che di investimenti di successo se ne intende, è pronto a cavalcarla. Forte del suo Breakthrough Energy Ventures (BEV), un fondo di capitale di rischio per investimenti green, ha deciso di sostenere 40 nuove startup investendo un miliardo nelle loro iniziative.
Già nel 2016, appena BEV nacque, partirono i primi finanziamenti e da allora 45 startup del settore sono state sovvenzionate per un totale di un miliardo di dollari, a cui si aggiungerà ora il nuovo investimento. Da allora il mercato delle azioni green è letteralmente esploso: secondo PricewaterhouseCoopers gli investimenti nelle innovazioni sostenibili sono passati dai 400 milioni del 2013 ai 16 miliardi del 2019. Quaranta volte tanto.
Il tempo è denaro
Uno dopo l’altro, tutti i big tech si stanno spostando verso investimenti a basso impatto ambientale. Questo nonostante i primi movimenti del mercato finanziario verso il settore dell’energia pulita non siano stati inizialmente un successo. L’errore all’epoca, tra il 2006 e il 2011, fu di tipo strategico.
Si pensava infatti che le nuove startup di clean-tech sarebbero cresciute seguendo le stesse dinamiche frenetiche di quelle nate sulla rete, con ritorni di investimenti in meno di cinque anni. Al contrario il ritmo di sviluppo delle tecnologie pulite è più lento in quanto legato a doppio filo alle iniziative governative dei vari Paesi. Ma ora, il quadro è molto più definito.
Il momento dell'incasso
Si tratta di una crescita lenta ma costante. Una lezione che ha permesso al BEV di Bill Gates di imparare dal passato e investire in un fondo “paziente” con ricavi a lungo termine – circa 20 anni. Così è cambiato l’approccio, consapevoli della differenza radicale rispetto alle startup di software, più agili ma più instabili.
Parte di questa nuova iniziativa vincente è stata la scelta di diversificare gli investimenti: non solo auto elettriche ma anche tecnologie per l’agricoltura, l’edilizia e il settore produttivo in generale. BEV vanta un team ad hoc dove accanto a investitori e banchieri siedono anche funzionari governativi e accademici. Per valutare il potenziale di un’idea a lungo termine.
Giganti tech e sostenibilità
Tra gli investitori principali di BEV sin dagli esordi non sono mancati nomi illustri. Da Jeff Bezos di Amazon a Jack Ma di Alibaba, da Richard Branson di Virgin Group a Michael Bloomberg, riferimento di Bloomberg LP.
Neanche a dirlo l’obiettivo finale rimane monetizzare quanto più possibile, a una condizione però: tutte le aziende coinvolte dovranno tagliare almeno 500 miliardi di tonnellate di emissioni annuali di CO2. Dato il peso dei partner coinvolti, ci sarà un abbassamento di circa l’1% delle emissioni globali. Non poco.
I primi frutti
Tra le startup finanziate c’è anche QuantumScape, realtà tra le più interessanti al mondo quando si parla di batterie di nuova concezione e allo stato solido. Quotata alla Borsa di New York a settembre, ha visto schizzare la sua valutazione da 3 a 20 miliardi di dollari in pochi mesi, nonostante le sue batterie non arriveranno sul mercato prima del 2025.
I prossimi investimenti saranno diretti verso nuove sfide climatiche: acciaio e cemento verdi, trasporti e idrogeno. Dove non ci saranno sufficienti startup investibili, BEV intende lanciare essa stessa nuove società. "Potremmo avere alcune prime vittorie – ha affermato Rodi Guidero, direttore esecutivo di BEV – ma l'impatto finale di molti dei nostri investimenti richiederà un orizzonte temporale più lungo". Insomma, quando si parla di finanza sostenibile il trucco sembra essere iniziare a investire e saper aspettare.