Da una parte c’è l’Europa che insegue l’indipendenza dalla Cina sul tema delle batterie, dall’altra c’è BYD, colosso nato all'ombra della Grande Muraglia, che ha appena aperto una campagna di reclutamento per una gigafactory che vuole realizzare proprio nel Vecchio Continente.

L’annuncio, in concomitanza con il debutto sul mercato norvegese del SUV elettrico Tang, è stato dato ieri e, nella stessa occasione, i vertici dell’azienda hanno anche annunciato di volersi espandere come fornitori di componentistica per i veicoli elettrici in Europa.

Dagli autobus alle celle

BYD, che ha sede nella città di Shenzhen, nella Cina meridionale, ha venduto nel 2020 più di 400.000 veicoli e di questi 189.689 erano a zero emissioni. La Casa, che prima dell’avvento della Tesla Model 3 deteneva il record di volumi in tema di auto a zero emissioni, ha deciso di guardare al di fuori dei propri confini per cercare nuove opportunità di crescita.

BYD K11M 60-foot battery-electric, articulated transit bus

BYD, diventata celebre per essere diventata sotto la pandemia anche il primo produttore mondiale di mascherine, sta lavorando alacremente anche sul tema degli autobus a zero emissioni, che già circolano in diversi Paesi europei e che si sono già affermati negli Stati Uniti e in Sudamerica. 

Testa di ponte europea

“La fabbrica avrà lo scopo di preparare l’arrivo sui mercati europei dei nostri veicoli – ha spiegato un portavoce di BYD alla Reuters – e di fornire un componente chiave come le batterie anche alle Case occidentali che ne facciano richiesta”.

BYD non ha ancora specificato (e non è detto che abbia ancora neanche deciso) dove costruirà il nuovo impianto. E non ha neanche svelato che capacità produttiva avrà. Di certo, non è l’unica realtà produttrice di batterie che dalla Cina vuole espandersi in quello che è diventato il principale mercato per auto elettriche al mondo. Lo stesso sta facendo ad esempio CATL, per far fronte alla crescente domanda proveniente da Case come Volkswagen o Mercedes.