L’Europa è da tempo al lavoro per svincolarsi dalla dipendenza cinese sulle batterie. Ora si ha anche una data in cui questa indipendenza potrebbe essere raggiunta: è il 2025. Lo ha dichiarato Maros Sefcovic, vice presidente della commissione europea, che con questa dichiarazione ha spiazzato un po' tutti.

Nel suo discorso, Sefcovic ha voluto anche ringraziare "personalmente" tre Paesi visti come capofila degli sforzi Ue per la creazione di questo comparto industriale. Chi sono? La Germania e la Francia, as usual, ma - udite udite - anche l'Italia, con tanto di menzione per i rispettivi ministri più attivi su questo fronte, incluso il responsabile dello Sviluppo economico italiano, Stefano Patuanelli.

Viva l'Alleanza

“Sono fiducioso sul fatto che entro il 2025 l’Ue sarà in grado di produrre abbastanza batterie da poter soddisfare la richiesta dell’industria automobilistica europea – ha detto Sefcovic – E questo succederà grazie agli sforzi compiuti a partire dal 2017, anno di nascita della European Battery Alliance, che ha incessantemente lavorato per creare un comparto delle batterie che fosse competitivo a livello globale”.

Volkswagen MEB platform

Addirittura, Sefcovic ha visto tanti e tali passi avanti negli ultimi tre anni che non solo è convinto che nel 2025 l’Europa raggiungerà l’indipendenza, ma anche che da lì in avanti riuscirà ad imporsi su altri mercati esportando i propri prodotti. Questo perché l’Alleanza per le batterie ha attratto la bellezza di 60 miliardi di euro di investimenti nel 2019 e 25 miliardi nel 2020: rispettivamente il triplo e il doppio di quanto sia accaduto in Cina.

Un mercato enorme

La Battery Alliance Ue può contare ormai su 500 soggetti industriali coinvolti e sta velocemente creando un settore che, con questi ritmi di crescita, arriverà nel 2025 a dare vita a una catena del valore delle batterie pari a 250 miliardi di euro. Guardando ai dati di mercato e alle previsioni, quell’anno sulle strade del Vecchio Continente dovrebbero circolare circa 13 milioni di veicoli a basso impatto ambientale e di questi, 6 milioni saranno full electric.

Ma i risultati ottenuti sino ad oggi rappresentano solo il primo passo verso un futuro che, nei piani dell'esecutivo Ue, porterà l’Europa ad essere completamente carbon neutral entro il 2050. L’Alleanza, quindi, dovrà continuare a rafforzarsi secondo la ricetta in quattro punti tracciata da Sefcovic, che ne fu il primo promotore:

  • Concentrarsi sul secondo grande progetto Ipcei dopo quello presentato dalla Francia e approvato lo scorso dicembre, che vede coinvolti 7 Stati membri e 17 aziende
  • Lavorare sulla definizione di un quadro normativo per l’industria delle batterie che sia adeguato alle esigenze future
  • Rafforzare la resilienza delle catene del valore nel campo delle materie prime critiche
  • Garantire finanziamenti adeguati nel campo della ricerca

L’importanza degli Ipcei

Restiamo un attimo sul tema degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo, gli Ipcei appunto, principale punto di forza della Battery Alliance.

Perché? Perché al di là dell'unione di sforzi tra molteplici soggetti (un po' come avvenne a suo tempo con Airbus per contrastare Boeing), prevedono anche una deroga alle stringenti normative comunitarie sugli aiuti di Stato, consentendo una poderosa iniezione di capitali nel settore. 

Batterie: l'Europa punta all'eccellenza

Il primo Ipcei sulle batterie è stato presentato – come detto – dalla Francia: ha portato 3,2 miliardi di sovvenzioni e attratto altri 5 miliardi di euro di investimenti privati. Adesso dalla Germania ne arriva un secondo ancor più ambizioso. E proprio su questo Sefcovic chiede che si lavori con particolare attenzione.

Il progetto coinvolge 12 Stati membri e 50 aziende che coprono l’intera value chain delle batterie. Si concentra sullo sviluppo di tecnologie all’avanguardia per la realizzazione di batterie con metodi a basso impatto ambientale la cui ricaduta genererà crescita economica e permetterà all’Europa di avanzare velocemente verso gli obiettivi del Green Deal.

“In un certo senso le auto elettriche attuali ancora inquinano – ha riconosciuto Sefcovic – non quando viaggiano, ma durante le fasi di produzione. Le batterie concorrono a circa la metà delle CO2 emesse durante i processi produttivi, che devono ulteriormente migliorati se si vuole arrivare ad avere impatto assolutamente nullo sull’ambiente in 25 anni”.

Pronti a ripartire

L’Europa si sta preparando proprio alla creazione di un settore delle batterie di nuova generazione che sfrutterà tecnologie moderne e green. In questo senso, nel Vecchio Continente stanno nascendo ben 15 fabbriche per la produzione di batterie. Stanno sorgendo in Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Svezia e Italia, dove è nata anche un'alleanza "nazionale".

Batterie: l'Europa punta all'eccellenza

Questi stabilimenti forniranno nel 2025 batterie per 6 milioni di auto elettriche ma, per renderli operativi al 100%, sono necessari investimenti enormi. In questo senso, molto si potrà fare anche grazie al recovery plan da 750 miliardi di euro per rilanciare l'economia Ue dopo la pandemia. 

Una somma ingente che, se investita in modo coerente e produttivo, può dare una bella spinta proprio allo sviluppo di settori all’avanguardia, incluso quello delle batterie, permettendo di avviare programmi di ricerca e sviluppo di lungo termine.

Horizon e l'Alleanza

In questo senso, la Commissione ha già avviato nell'ambito del programma di finanziamento Horizon Europe un piano per la messa a punto di batterie ecosostenibili e ad alte prestazioni. Gli investimenti non saranno concentrati solo sulla fase della produzione delle batterie, ma su diversi aspetti di quel settore.

  • L’estrazione e la lavorazione delle materie prime
  • La produzione di componenti fondamentali
  • La messa a punto di sistemi sostenibili per il fine vita delle batterie e il loro riciclaggio

L’intervento di Sefcovic si è concluso con una considerazione di fondo. L’operato dell’Alleanza per le batterie ha dimostrato che l’Europa può dare vita a modelli vincenti in grado di competere a livello internazionale.

Su quello stesso modello è nata anche l’Alleanza europea sulle materie prime, che proprio ieri ha dato ufficialmente il via ai lavori. Fa parte di un piano più grande, che punta sulla collaborazione, sulla creazione di partnership e sulla spinta verso l’innovazione e la crescita. Questa è l'Europa che funziona.