Chip cercasi. Il settore automobilistico è stato uno dei più colpiti dagli effetti della pandemia; non solo per le perdite economiche, ma anche per la carenza di molte forniture, compresa quella dei chip.
Anche Tesla inizialmente ha risentito della crisi, tanto che Elon Musk ha paragonato gli attuali problemi di approvvigionamento a quelli causati dalla Seconda guerra mondiale. Ma Palo Alto ha poi trovato una soluzione alternativa.
Crisi non ti temo
"Nel primo trimestre, e probabilmente sarà così anche nei prossimi due, abbiamo affrontato una delle sfide più difficili nella vita di Tesla a causa dei problemi nelle forniture", è stato il messaggio rivolto agli investitori da Elon Musk, che aveva parlato di ritardi simili nell'approvvigionamento di celle per Semi, il camion elettrico.

Qual è stata quindi la ricetta che ha consentito alla Casa di reggere il colpo? Viene spiegato in una lettera agli azionisti: "Abbiamo pensato di ripiegare velocemente sui nuovi microcontrollori e sviluppare contemporaneamente il firmware per nuovi chip prodotti da altri fornitori". In pratica, invece di dare la caccia ai chip, Tesla li ha riprogettati e ha trovato delle nuove aziende in grado di produrli, modificando il firmware per renderli compatibili con le sue auto. Il tutto, senza fermare completamente la produzione.
Il primo principio
I chip sono fondamentali per i sistemi di controllo e infotainment delle Tesla. Per fare un esempio, la Casa ha da poco iniziato una collaborazione con Samsung per produrre un nuovo chip che aiuti lo sviluppo dell'Autopilot.
Ancora una volta, però, "il primo principio" di Elon Musk ha fatto la differenza: non limitarsi a imitare gli altri, ma creare qualcosa di originale. Di questo passo, Tesla potrebbe accumulare un vantaggio notevole sui competitor. Tranne forse su Toyota, che si è mossa bene e ha adeguato la sua produzione alla crisi dei chip.