Estrarre il litio è un “lavoro sporco”? Non più rispetto al passato. Questo, almeno, pensano alcuni leader europei, che vogliono superare l’attuale percezione sociale che ruota attorno al nuovo "oro bianco". L’obiettivo è sviluppare un’industria mineraria che renda l’Europa indipendente dall’Asia e al tempo stesso crei posti di lavoro.
La Penisola Iberica giocherà un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo piano molto ambizioso, ma per convincere le popolazioni e le associazioni ambientaliste, la vera sfida sarà usare tecnologie altamente ecosostenibili. E far percepire questo cambio di marcia.
L’indipendenza chiama
Portare alla luce i minerali è da sempre considerata un’operazione nemica dell’ambiente. Molte comunità temono infatti che scavare possa provocare danni irreversibili, come l’inquinamento del suolo o la distruzione dell’habitat naturale in cui vivono molte specie animali.
Al tempo stesso, però, l’Ue dovrà puntare sempre di più sulla produzione delle batterie, per le auto elettriche ma anche e soprattutto per gli accumuli stazionari, indispensabili per poter sfruttare al meglio le fonti rinnovabili, per loro natura intermittenti.
Per abbandonare le fonti fossili e andare incontro alla decarbonizzazione quindi non c'è molta scelta: servono le batterie. E per non rimanere nella morsa della dipendenza dall'estero, bisogna essere in grado di produrre anche in Europa il litio. Il Portogallo sembra il luogo perfetto da cui cominciare a bilanciare tutti gli interessi in gioco e attirare gli investimenti.
Locomotiva Portogallo
Il Paese è attualmente il primo produttore europeo di litio e si propone di guidare il Vecchio Continente verso l’indipendenza dalle forniture asiatiche. Intervenuto a Lisbona durante la conferenza europea sul Green Mining, il ministro dell’Ambiente portoghese, Joao Matos Fernandes, ha dichiarato che il Governo locale farà ogni sforzo necessario per andare incontro a tutte le parti in gioco: “Per superare il comune sentimento, l’estrazione verde dovrà coinvolgere la popolazione locale, che comprenderà i vantaggi dei progetti minerari”.
In soccorso al Portogallo arriverà la vicina Spagna, che mira a un piano transfrontaliero coi cugini. Il segretario di Stato spagnolo per l’energia, Sara Munoz, ha affermato che migliorare la consapevolezza pubblica sulle estrazioni sarà fondamentale e ha chiesto un dialogo aperto sull’argomento.
“Abitanti in prima linea”
L’Unione europea dà la sua benedizione, visto che ha già dichiarato guerra alla dipendenza sulle importazioni con un piano ad hoc, con l'obiettivo dichiarato di diventare il primo produttore al mondo di batterie. Peter Handley, capo dell’unità materie prime della Commissione Ue, ha spiegato che “in passato, estrarre il litio era un’operazione molto sporca”, che ora “sta diventando sempre più tecnologica” e può essere eseguita “nel modo giusto e nel pieno rispetto delle normative”. Sarà però fondamentale informare in modo completo i cittadini per creare consapevolezza su questo tema.
Anche l’Ufficio europeo dell’ambiente (Eeb) sostiene che l’estrazione mineraria sarà accettata dal pubblico a due condizioni: che vengano impiegati i mezzi migliori per limitare gli effetti sull’ambiente e che le aziende rispettino le leggi e le comunità locali: “La gente del posto in prima linea”, è stato lo slogan usato da Jeremy Wates, segretario generale dell’Eeb.