Ci sono molti modi con cui l’industria sta provando a recuperare materiali preziosi e terre rare utili per le batterie e altri prodotti ad alto valore. Tra questi, oggi, ce n’è anche uno che sfrutta le nanotecnologie.
Il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti, con sede nello stato di Washington, ha messo a punto un metodo sul quale lavora da anni e che ora è stato perfezionato ed è in attesa di brevetto. Sfrutta nanoparticelle magnetiche ed è in grado di catturare materiali di valore dispersi in salamoie e soluzioni liquide.
Un'alternativa all'estrazione
Tutto si basa sull’uso della magnetite, considerata la particella chiave di questo processo: è questa, infatti, ad attrarre a sé i materiali preziosi contenuti all’interno di acque utilizzate in impianti geotermici o presso siti estrattivi. La magnetite potrebbe essere utilizzata addirittura con semplice acqua di mare, all’interno della quale si trovano nanoparticelle con nuclei ferrosi che possono essere separate dal resto e raccolte attraverso processi di filtrazione.
Tra gli elementi in grado di essere recuperati con questo metodo c’è il litio. Litio la cui produzione è tra i primi pensieri per l'industria dell'auto elettrica e i cui giacimenti si trovano spesso in aree animate da conflitti o tensioni sociali.
Una tecnologia efficiente
I ricercatori del PNNL stanno cercando di mettere a punto un metodo per il recupero di consistenti quantità di metalli preziosi per soddisfare la crescente domanda di terre rare legata a tecnologie a basso impatto ambientale.
“Fino ad oggi l’estrazione del litio dall’acqua richiedeva l’uso di pompe da migliaia di litri al minuto e di filtri a scambio ionico. Questo metodo però comporta un grosso dispendio di energia e non è così conveniente – spiega Peter McGrail, ricercatore del PNNL – Il nostro processo invece elimina la necessità degli enormi separatori a scambio ionico e in pochi minuti permette di estrarre tutto il litio presente in un liquido solo sfruttando le collisioni molecolari. È un metodo molto più efficiente”. Guardare il video per credere.