General Motors fa un altro passo verso l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2040. L'ultima mossa della Casa di Detroit consiste in una partnership con Controlled Thermal Resources (CTR) per la produzione di litio a basso costo.
In particolare, GM farà un “investimento multimilionario” per prendere parte a un progetto di estrazione lanciato da CTR e chiamato Hell’s Kitchen Lithium Power, con sede nel Salton Sea Geothermal Field, nell’Imperial Valley, in California.
Modello GM
Il piano di CTR dovrebbe ottenere i permessi per l’avvio delle operazioni alla fine dell’anno prossimo. Il chief executive Rod Colwell ha dichiarato alla Reuters che, entro la metà del 2024, il progetto potrebbe aver ricavato già 60.000 tonnellate di litio, sufficienti per costruire circa 6 milioni di auto elettriche. Così General Motors diventerebbe la prima Casa auto a sviluppare una propria fonte per il prezioso metallo, fondamentale per le batterie delle vetture alla spina.
Mentre altri costruttori, come le cinesi Great Wall e BYD, si sono limitate a investire in società minerarie, nessuno si è impegnato direttamente nella produzione come sta facendo GM. L’idea potrebbe diventare un modello per altre Case, visto che la società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence stima che la domanda di questo minerale crescerà del 20% entro quattro anni. L’annuncio arriva due settimane dopo che General Motors ha portato il budget sull’elettrificazione a 35 miliardi di dollari.
Tutto sostenibile
Le due società fanno sapere che il “litio sarà prodotto attraverso un processo di estrazione diretta a circuito chiuso, che si traduce in un minore impatto fisico, nessuna produzione di residui e minori emissioni di anidride carbonica rispetto ai processi tradizionali, come l’estrazione a pozzo o gli stagni di evaporazione”.
Il processo geotermico utilizzato prevede infatti l’estrazione di una soluzione salina super calda e ricca di litio, dalla quale il metallo viene estratto. Terminata questa prima procedura, la soluzione salina viene reiniettata nel terreno, rendendo il processo più sostenibile.
CTR ha dichiarato anche che il suo progetto emetterà una quantità di CO2 che sarà 15 volte inferiore rispetto a quella delle miniere in Australia, un Paese tra i principali produttori, dove Elon Musk investirà 1 miliardo di dollari l’anno per le sue Tesla.