Neanche il tempo di rimpinguare i fondi, che gli incentivi per le auto elettriche e plug-in stanno già per terminare di nuovo. Solo martedì 14 è stato dato il via libera alle prenotazioni dell’ecobonus - dopo il pasticcio che aveva congelato le agevolazioni - e adesso, nel pomeriggio di giovedì 16, sono già evaporati del tutto.

Il motivo è presto detto: moltissimi ordini effettuati nel periodo di assenza del bonus sono stati caricati in questi giorni sulla piattaforma del ministero, prosciugando immediatamente le risorse a disposizione. Ma ci sono anche altri fattori da considerare, come ci ha spiegato il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso.

Il messaggio del mercato

“L'eliminazione del massimo dei 180 giorni per le immatricolazioni ha portato a prenotare ancor più risorse che rischiavano di non essere usate per i ritardi di consegne dovute alla crisi dei microchip, che plausibilmente perdurerà nei suoi effetti fino almeno alla metà del 2022”, spiega Naso, osservando che in ogni caso la vera e propria corsa all’ecobonus “dimostra che i consumatori e le imprese sono molto interessate all'elettrico e che le quote di mercato viste in questi mesi sono destinate a crescere”.

“Fa sorridere che per tanto tempo sono stati accusati i veicoli elettrici di non utilizzare in maniera sufficientemente veloce le risorse messe a disposizione, tanto da chiedere di usarle per spostarle sui veicoli endotermici 61-135gCO2/km”, aggiunge il segretario generale di Motus-E, “oggi i fondi delle endotermiche vanno decisamente più a rilento (circa 150 milioni in due mesi) e sembrano non dare un supporto significativo a un mercato totale che incontra, purtroppo, dei problemi congiunturali, la pandemia che incide sulla predisposizione all'acquisto, e strutturali, la diminuzione del canale di acquisto privato”.

E adesso?

Dati alla mano, con la fine dei fondi per Naso “sarà davvero difficile superare le 50.000 BEV immatricolate nel 2021”, e “molto dipenderà anche da quanto i costruttori riusciranno a produrre auto da consegnare entro la fine di quest'anno, sempre per la crisi della componentistica”.

C’è poi un altro punto su cui si sofferma il segretario generale di Motus-E, allungando anche lo sguardo al futuro: “La mancanza di progettualità, e la conseguente incertezza, porta gli operatori di mercato a prenotare molto velocemente le risorse per paura di non averne in futuro”. Di fronte a uno scenario simile, secondo Nado “è ormai chiaro a tutti gli stakeholder di mercato che per il prossimo triennio sarà necessario programmare un supporto, con una certezza di disponibilità di fondi e di accessibilità alle risorse, per i veicoli 0-60 che vada ad accelerare la curva di adozione tecnologica”.

Dopo la delusione del Pnrr, insomma, gli occhi sono tutti puntati sulla prossima Legge di Bilancio. E quello che sta succedendo in queste ore è un segnale difficile da ignorare.