Proprio nei giorni in cui sull'auto elettrica la politica è un’osservata speciale per il pasticcio che ha portato allo stop agli incentivi per le auto elettriche e ibride plug-in, spunta un'altra proposta che potrebbe invece far felice chi un'auto ricaricabile la guida già.

La norma è contenuta nello schema di decreto legislativo che deve recepire in Italia la direttiva europea Red II sulla promozione delle energie rinnovabili, e stabilisce che l’Autorità per l'energia (Arera) dovrà rivedere le tariffe per la ricarica alle colonnine pubbliche, cercando di abbassare i prezzi e di avvicinarli a quelli della ricarica domestica (pari a circa la metà). Si tratta in effetti di una "vecchia conoscenza": una misura simile venne avanzata anche lo scorso anno, ma senza fortuna. Stavolta però il testo è leggermente "più morbido" e la riproposizione sembra un messaggio chiaro sull'attenzione che sta montando sul tema.

Il compito di Arera

Il testo ha già incassato nei giorni scorsi il primo via libera del Consiglio dei ministri e dovrà ora essere vagliato dalle commissioni parlamentari, che avranno tempo fino al 16 settembre per esprimersi.

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La misura, anche questa volta, chiede all'Arera un intervento sulle tariffe - entro 180 giorni dall'entrata in vigore del testo - rivolto a rivedere verso il basso i costi che devono sostenere gli automobilisti elettrici che utilizzano le colonnine di ricarica pubbliche. Il tutto, con l'obiettivo dichiarato di “favorire la diffusione di veicoli alimentati ad energia elettrica assicurando lo sviluppo razionale ed efficiente delle reti elettriche e definendo, ove necessario, le modalità di misura dell’energia elettrica destinata alla ricarica”.

Fare i conti senza l’oste

Come accennato, un tentativo di questo tipo era stato approcciato anche lo scorso anno, quando si chiese espressamente ad Arera di “assicurare un costo dell’energia elettrica non superiore a quello previsto per i clienti domestici residenti”.

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All’epoca, a differenza di oggi, non si richiedeva quindi una generica riduzione delle tariffe, ma una vera e propria parità dei prezzi tra la ricarica pubblica e quella domestica. La proposta non andò in porto, perché subito Arera fece notare una serie di punti critici che avrebbero reso impossibile un simile taglio delle tariffe. Vedremo come andrà questa volta.

E il numero delle colonnine?

Adesso, la politica ci sta provando di nuovo, correggendo un po' il tiro rispetto al precedente tentativo lasciando un po' più di libertà di manovra all'Arera.

Nel testo, poi, si può trovare anche un’altra interessante novità. Il decreto Semplificazioni dell’anno scorso prevedeva di installare “almeno un punto di ricarica ogni 1.000 abitanti”. Adesso, invece, i Comuni dovrebbero installare “almeno un punto di ricarica ogni sei veicoli elettrici immatricolati”. Anche su questo punto seguiremo tutti gli sviluppi normativi.