Altolà dell’Autorità per l’energia (Arera) sulla proposta del Governo di avvicinamento delle tariffe per la ricarica pubblica a quelle per la ricarica privata.

L’Arera è intervenuta sull'argomento in occasione dell'audizione di ieri alla Camera sul D.Lgs per il recepimento della direttiva europea Red II sulle fonti rinnovabili, all'interno del quale appunto era stata stata inserita dall'esecutivo una misura volta ad abbassare il prezzo della ricarica alle colonnine pubbliche, pari a circa il doppio di quello che si paga a casa. L'Authority, che già in passato aveva frenato su questo aspetto, ha tenuto la barra dritta.

Il motivo del "no"

Il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini, ha detto in particolare che è condivisibile “favorire la diffusione di veicoli alimentati ad energia elettrica assicurando lo sviluppo razionale ed efficiente delle reti elettriche". Tuttavia, ha specificato, "per ridurre le spese sostenute per la ricarica dei veicoli elettrici, sarebbero, in generale, da preferire forme di incentivazione esplicita".

Ancora, ripreso dall'Ansa, alla Camera Besseghini ha posto l'accento su come le misure tariffarie prese in considerazione "rischierebbero di tradursi in incentivi impliciti, che non possono consentire la necessaria selezione degli utenti beneficiari e/o l'aggiornamento nel tempo dell'intensità di un 'pilotaggio' dell'incentivazione".

Non è la prima volta

Già nell’ottobre del 2020, quando una misura simile venne inserita dal Governo nel decreto Semplificazioni, la stessa Arera aveva gelato le speranze in questo senso.

"Anche nel caso di attuazione della norma con riferimento alle sole tariffe a copertura dei costi relativi ai servizi di rete", aveva sottolineato al tempo, "e ferme restando le problematiche connesse allo sviluppo dei punti di prelievo dedicati esclusivamente alla ricarica", l’equiparazione "degli operatori commerciali (come i gestori dei punti di ricarica in luoghi aperti al pubblico) alle famiglie (clienti domestici) resta molto critica".

Di fronte all'ultima proposta del Governo sembra quindi essere arrivato un ulteriore niet. Vediamo come evolverà la questione.