Era il 1913 quando Henry Ford consegnò il proprio nome alla Storia, introducendo i principi della catena di montaggio nella produzione delle auto. A distanza di oltre un secolo, riuscirà Elon Musk a rivoluzionare di nuovo le fabbriche per veicoli, stavolta elettrici?
È l’interrogativo che si è posto Adam Jonas, uno dei principali analisti del settore automotive per la banca d’affari Morgan Stanley, di fronte alla rivoluzione delle Giga press, le macchine a pressofusione nate per “stampare” ampie parti delle scocche delle auto, come fossero dei giganti modellini.
“La fabbrica del futuro”
Ideate e prodotte dalla società bresciana Idra, hanno suscitato la curiosità di Jonas dopo la loro installazione a GigaBerlin, il primo impianto europeo della Casa che ospita otto esemplari di questa invenzione orgoglio del made in Italy. Secondo l’analista, ci sono pochi dubbi: “Tesla sta costruendo in Germania la fabbrica di automobili del futuro”.

A suo giudizio, lo stabilimento starebbe dando a Palo Alto “l’opportunità di reinventare completamente il processo di produzione”, come ha messo nero su bianco in un report diramato nei giorni scorsi. Le considerazioni si basano su diversi elementi.
Meno tempo e denaro
Non si può che partire dai fattori tempo e denaro, protagonisti di un risparmio non indifferente per la Casa. Basti pensare che come ricostruisce Jonas, ripreso da Bloomberg, in Germania sono in parecchi a ragionare su quello che succede dietro le mura dello stabilimento Tesla. Incluso il ceo del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, che guarderebbe le novità introdotte dall’amico Musk con un misto di curiosità e preoccupazione.
Il costruttore di Palo Alto potrebbe essere in grado di costruire un'auto elettrica in un terzo del tempo dei suoi competitor. Si parla di circa 10 ore contro 30. I big tedeschi starebbero quindi pensando a come passare al contrattacco dopo l’incursione dei rivali in patria.

“Nuovi confini”
Con questi numeri, Jonas stima che Tesla potrà arrivare a realizzare 2,35 milioni di vetture all’anno entro la fine del decennio, con una media di 800.000 veicoli per stabilimento. Ma il discorso non è legato solo a tempo e denaro, perché anche le prestazioni delle auto potrebbero migliorare.
L’analista ricorda come “stampare” un veicolo ne riduca il peso e, di conseguenza, ne aumenti l’autonomia. Non mancano certo piccole criticità legate alla complessità delle Giga press, ma Jonas è sicuro: “Il momento di una rivoluzione simile a quella della catena di montaggio non è ancora arrivato, ma ci stiamo avvicinando. Tesla stia riscrivendo i confini della produzione automobilistica”. Sarà davvero così? Solo il tempo potrà dirlo. Quel che è certo, è che in questa ipotetica rivoluzione dell'industria il ruolo dell'Italia, attraverso Idra, sarebbe stato determinante.
Fonte: Bloomberg Hyperdrive