Tata Motors si dà all'elettrico. La Casa indiana, conosciuta in Europa principalmente per essere proprietaria di Jaguar e Land Rover, ha annunciato la nascita della Tata Passenger Electric Mobility Limited (TPEML), società che si concentrerà sulla mobilità elettrificata.

La nuova controllata sarà responsabile dello sviluppo di nuove vetture elettriche o ibride e si occuperà con divisioni specifiche anche del marketing, della vendita e dell'assistenza sulla gamma che creerà. Arriverà anche da noi? Su questo punto per il momento c'è ancora il massimo riserbo.

Un nuovo brand per 10 modelli

Secondo quanto dichiarato da Tata, TPEML porterà alla nascita di un nuovo marchio sotto il quale nasceranno 10 nuovi modelli elettrificati da qui al 2026. La nuova azienda investirà anche nel campo delle batterie, finanziando la costruzione di nuove fabbriche in India e in Europa.

Proprio questa decisione fa pensare che la Gigafactory europea sarà utilizzata per la produzione di batterie non solo per le auto elettriche in arrivo sotto il cappello TPEML, ma anche per quelle di Jaguar e Land Rover, Case che abbandoneranno del tutto i motori a combustione interna rispettivamente nel 2025 e nel 2036.

Tata Nexon EV (7)
Tata Nexon EV (6)
Tata Nexon EV (1)

Un ruolo da apripista

La nascita di TPEML arriva a seguito della volontà del governo indiano di accelerare sulla transizione energetica. Le autorità locali, infatti, hanno stanziato 2,2 miliardi di dollari per la realizzazione di veicoli elettrici con la volontà di passare dall'attuale 1% al 30% delle vendite entro il 2030. Circa la metà di questa somma è servita proprio per finanziare la nuova divisione di Tata, a partecipazione statale per il 15%.

Tra i costruttori indiani, al giorno d'oggi solo Tata ha in vendita auto a zero emissioni. Si tratta della Nexon EV e della Tigor EV. Le altre Case sono ancora abbastanza indietro e Maruti Suzuki, tanto per citarne una, ha annunciato che non avrà un'auto a zero emissioni a listino prima della metà del decennio. In questo caso, inoltre, non si tratterà di una vettura sviluppata in India, ma di un modello che sfrutterà tecnologie di origine Suzuki, prese a sua volta da Toyota.