L’ultima è stata Sony, che ha presentato il suo prototipo di SUV elettrico al CES 2022 di Las Vegas. Ma in tanti, da Apple a Huawei, hanno anticipato il fenomeno dei colossi tech che fanno il loro l’ingresso nel mercato delle auto elettriche.

Più o meno "chiusa su sé stessa" fino a qualche anno fa, l’industria dell’auto sta ora vivendo la sua più grande trasformazione dell'era moderna, aprendo le porte a player prima impensabili, favoriti a loro volta dalle minori complessità tecniche dei veicoli a batteria.

Aria fresca per Cupertino

Partiamo da un dato: un mezzo elettrico in media ha meno della metà dei componenti rispetto a un analogo endotermico. Questo richiede catene di approvvigionamento differenti, maggiormente complesse per le vetture tradizionali, e rende invece più semplice la costruzione delle auto elettriche.

È qui che nasce l’approdo dei nuovi player nel mercato. Emblematico è l’esempio di Apple, conosciuta al mondo soprattutto per l’iPhone e altri dispositivi elettronici. Stando alla ricostruzione di Nikkei Asia, un rappresentante della Mela si sarebbe presentato già due anni fa negli uffici di Sanden, produttore asiatico di sistemi di climatizzazione per auto.

La richiesta era di aiutare Cupertino - per quanto di competenza - nella realizzazione della sua auto elettrica. Le cose sono poi andate male a causa della pandemia, che ha messo Sanden in seria difficoltà economica, ma l’episodio dimostra come l’industria stia cambiando.

Apple Car
Apple Car secondo un rendering basato sui brevetti

Con qualche eccezione, come quella di Tesla, l’approccio delle Case all’integrazione verticale si sta riducendo di anno in anno, lasciando spazio alla pratica di appaltare una parte sempre più consistente della produzione ad altre società. Il che abbassa le barriere del mercato ai nuovi entranti, come appunto i colossi tech.

Apple, che aveva già esternalizzato la produzione dei suoi smartphone alla taiwanese Foxconn, sta sperando di bissare il successo applicando lo stesso metodo all’auto elettrica messa in cantiere fin dal 2014.

Fenomeno irreversibile?

Xiaomi e Huawei stanno seguendo l’esempio, mentre altri raccolgono direttamente l’eredità delle Case tradizionali. Rivian, per citarne uno, ha acquistato un’ex fabbrica di Mitsubishi in Illinois nel 2017. Nissan, al contrario, sta cercando un’acquirente per il suo stabilimento a Barcellona: tra i favoriti ad aggiudicarselo ci sono proprio alcuni nuovi attori delle auto elettriche.

La stessa Foxconn ha creato il consorzio MIH, che ha visto aderire più di 2.000 aziende per creare “un ecosistema di veicoli elettrici aperto e promuovere la collaborazione nel settore della mobilità”. L’obiettivo principale è sviluppare un piattaforme e tecnologie condivise.

Di questo passo, la piramide produttiva conosciuta finora crollerà. Così almeno pensa Osamu Suzuki, fondatore dell’omonima azienda giapponese. Altri, invece, ritengono che il futuro sia più incerto: “La concorrenza è agguerrita e non si sa se i nuovi arrivati potranno sopravvivere”, sostiene Takaki Nakanishi, presidente del Nakanishi Research Institute, società di ricerca per il mercato dell’auto con sede a Tokyo.