Il prezzo del nichel ha raggiunto il livello più alto da oltre 11 anni a questa parte a causa della crescente domanda sommata alla scarsità delle scorte. Ma non solo. Il prezzo di riferimento sul trimestre alla London Metal Exchange ha toccato quota 26.300 dollari stabilendo un nuovo record. Questo perché al normale andamento del mercato si somma la guerra tra Russia e Ucraina che genera incertezze sulle forniture future.
Prima dell'invasione di Mosca il nichel era arrivato a 23.565 dollari per tonnellata, con un aumento rispetto al trimestre precedente dell’1,8%. Alla Shanghai Futures Exchange, Borsa sulla quale si scambiano futures sui metalli non ferrosi, il titolo sul nichel più scambiato ha raggiunto il valore record di 193.370 yuan per tonnellata, pari a 30.539 dollari americani. Prima della guerra era ai massimi, ma non superava i 176.280 yuan (27.796,52 dollari americani). È chiaro che questi trend influiscono negativamente sul mercato delle auto elettriche.
Domanda su, scorte giù
A ben guardare il principale utilizzo del nichel non è legato alle batterie, bensì alla produzione di acciaio inossidabile, ma le sue proprietà lo hanno reso ormai un metallo indispensabile anche per la mobilità elettrica.
L’analista Daniel Briesemann di Commerzbank osserva che i fattori che hanno portato a questo nuovo record siano due: “Da una parte il rialzo del prezzo deriva dalla prospettiva di una domanda sempre maggiore per le batterie, dall'altra dalle preoccupazioni sugli approvvigionamenti, che potrebbero subire ulteriori contrazioni”. Ed è in quest'ottica che la crisi geopolitica assume una rilevanza particolare.
Le scorte di nichel calcolate dalla London Metal Exchange, in effetti, sono le più basse dal 2019: siamo a 94.830 tonnellate rispetto alle 264.606 tonnellate di aprile 2021. Anche a Shanghai gli stock presentano un quadro simile. Peggio di così è andata solo ad agosto dello scorso anno.
Ma i problemi non finiscono qui. Goldman Sachs ha stimato al ribasso le scorte di nichel rispetto alle previsioni effettuate in precedenza. Se ad agosto 2021 aveva previsto un deficit di 13.000 tonnellate, ora parla di valori intorno alle 30.000 tonnellate: quasi tre volte tanto. Riusciranno le Case a reagire in tempo?
E poi c'è la Russia...
Intanto l’esercito russo ha attaccato l'Ucraina e nella complicatissima partita a scacchi che vede Europa e Stati Uniti fare fronte comune a suon di sanzioni contro Mosca per forza di cose ci sono ulteriori complicazioni anche nell'approvvigionamento del nichel, metallo di cui la Russia è tra i principali produttori al mondo.
Il rischio geopolitico, insomma, è "prezzato". L'auspicio ovviamente è che lo scenario generale non si aggravi e che anzi la situazione trovi nei negoziati o almeno in qualche lampo di buon senso una soluzione. E non solo per il nichel.