È stata inaugurata il 7 marzo la nave ibrida Iginia, che si aggiungerà alla flotta di Rete ferroviaria italiana (Rfi) per il trasporto nello Stretto di Messina. L’imbarcazione ha richiesto un investimento da 7 milioni di euro, finanziato con fondi del Pnrr che rientrano nei 510 milioni messi da parte dal Governo per aumentare la sostenibilità nel tratto di mare tra Calabria e Sicilia.
Subito all’opera
Iginia, fa sapere il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims), è dotata di batterie che si ricaricano tramite pannelli solari o presa di terra. Una tecnologia che garantisce “zero emissioni di anidride carbonica e di gas serra in porto e nelle manovre di entrata e uscita”. Rfi specifica poi che la nave “ha ottenuto la certificazione 'Green Plus' – il massimo attestato nel campo della sostenibilità – dal Registro Italiano Navale”.
La nave è lunga 147 metri e larga 19, ha una capacità massima pari a 27 carri ferroviari su 4 binari e può ospitare 700 persone, compreso l’equipaggio. All’interno sono presenti un salone principale con sala bar da 339 posti a sedere, di cui 29 dedicati alle persone a mobilità ridotta, 7 postazioni per carrozzelle, 101 i posti a sedere nel salone di poppa e 198 nel salone aperto all’esterno.
Il mezzo comincia a lavorare l’8 marzo, per sostituire la vecchia nave Villa del 1983, e verrà utilizzato sulla rotta Messina-Villa San Giovanni per il trasporto di treni passeggeri e treni merci.
“Il piano per migliorare i servizi, favorendo la transizione ecologica della mobilità marittima – ha dichiarato il ministro Enrico Giovannini, presente all’inaugurazione nel porto di Messina –, è articolato in numerosi interventi, che vanno dalla riqualificazione delle stazioni ferroviarie, degli approdi e delle stazioni marittime al miglioramento dell’accessibilità stradale ai porti. Già dalla prossima estate, grazie all’uso di batterie elettriche, il tempo di attraversamento dei treni verrà ridotta da due ore a un’ora”.
Anche i treni
I prossimi passi prevedono l’elettrificazione di altre due navi e la realizzazione delle infrastrutture di ricarica (che qualcuno pensa di fare in mezzo al mare, ndr) per un investimento da 20 milioni di euro finanziato dal Piano nazionale complementare (Pnc). Rfi userà poi un tesoretto da 60 milioni per comprare “tre mezzi navali di nuova generazione a propulsione NLG/elettrica”.
“Parallelamente – continua il ministero –, l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto ha avviato il progetto ‘Stretto Green’, che prevede la realizzazione di un deposito costiero di LNG e l’elettrificazione delle banchine per l’attivazione del cold ironing nei porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, per un investimento complessivo di 50 milioni di euro, che consentirà alle navi di spegnere i motori diesel mentre sono in banchina”.
Passando invece al trasporto ferroviario, il Mims fa sapere che dalla prossima estate “entreranno in esercizio i primi treni dotati di batterie che consentiranno di velocizzare le manovre di carico e scarico, oltre che di eliminare la trazione diesel inquinante”. In questo modo “saranno dimezzati i tempi di attraversamento da circa due ore a poco più di un’ora”.