Tesla supporta l’Ucraina. Dopo che SpaceX, una delle altre società di Elon Musk, si è mossa a sostegno di Kiev dando internet gratis attraverso Starlink, ora la Casa americana ha deciso che garantirà lo stipendio ai propri dipendenti ucraini che si recheranno in patria per difendere il loro Paese.
Questo, almeno, è quello che ha riportato l’emittente statunitense CNBC citando un’email che la Casa avrebbe mandato a tutti i dipendenti.
Tre mesi garantiti
La Casa ha detto che garantirà un normale trattamento economico per almeno tre mesi e, al termine di questo periodo, valuterà la situazione tra Russia e Ucraina per decidere come eventualmente prorogare gli aiuti.
Nella mail non si capisce se l’iniziativa riguarda solo i dipendenti che lavorano in Nord America o se è estesa a chiunque lavori per Tesla.
Internet per tutti
Come detto, Elon Musk e soci si erano attivati velocemente per garantire una connessione internet stabile agli ucraini. Dopo aver dato accesso gratuito al sistema di satelliti Starlink, come ha confermato il vicepremier ucraino Mykhailo Fedorov su Twitter, SpaceX ha inviato un secondo gruppo di dispositivi che possono fornire un servizio internet più veloce collegandosi a gruppi di satelliti con orbita bassa.
“Ho ricevuto la seconda spedizione di stazioni Starlink – ha scritto Fedorov su Twitter – Elon Musk mantiene la parola”. Per accelerare la consegna, i dipendenti Tesla in Germania si sono offerti volontari per imballare e spedire i terminali necessari per consentire la connessione internet.

In Ucraina ci sono anche le Powerwall
Tra le altre cose, Tesla ha anche preparato una serie di sistemi di accumulo di energia Powerwall che serviranno per alimentare la rete Starlink. Le Powertwall inviate al fronte sono state realizzate in fretta e furia con degli scarti di produzione della Gigafactory Berlino, dove i sistemi saranno prodotti in modo “tradizionale” una volta ottenute tutte le autorizzazioni del Caso.
Non è la prima volta che Tesla fornisce le sue Powerwall in caso di emergenza. In passato, ad esempio, ne spedì alcuni a Porto Rico quando fu colpito dall’uragano Maria,