In un momento di transizione ecologica e di una crescente coscienza se non proprio ambientalista, di certo più sensibile al rispetto del pianeta e all’adozione di comportamenti sostenibili, c’è un settore che sta prendendo sempre più piede: quello della bicicletta. La cosiddetta Bikeconomy, l’economia cioè che proprio intorno a questi veicoli a pedali ruota, conta solo in Italia 2.900 imprese e 17.000 lavoratori, per un giro d’affari che, prima della pandemia, arrivava già a 9 miliardi di euro.

Il settore è in crescita e i motivi per cui sta assumendo sempre maggiore valore sono diversi. C’è la necessità di una mobilità individuale conseguente alla diffusione del Covid; c’è la succitata spinta verso stili di vita più sani e green e c’è l’e-bike, un fenomeno tutt’altro che passeggero che sta animando il mondo del ciclismo e che rappresenta uno degli strumenti principali di crescita e innovazione. Questo è uno dei trend che emergono dallo studio “Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto” pubblicato da Repower.

Tutti vogliono la bici elettrica

Partiamo da un dato: nel 2019 le e-bike vendute in Europa sono state 3,7 milioni. Nel 2020, grazie anche agli incentivi, il mercato è cresciuto del 44% ma si pensa che nel 2030 raggiungerà volumi di vendita annui pari a 17 milioni di unità.

Uno dei motivi di questo successo è da ricercare nella grande varietà di pubblico che la bicicletta a pedalata assistita è riuscita a conquistare. Si va dal pendolare, che la usa nel tragitto casa-lavoro, al ciclo turista, che proprio grazie alla presenza del motore elettrico si sente più tranquillo e si lancia in itinerari che prima non aveva il coraggio di affrontare. L’e-bike piace anche allo sportivo, che vede in questo tipo di bicicletta il mezzo con cui raggiungere mete troppo lontane o troppo faticose da conquistare con un mezzo esclusivamente muscolare.

WES e-Bike Series Bologna 2019

Ci vuole un po' di attenzione

Un report firmato Shimano svela che il 30% degli italiani si dice interessato all’acquisto di una bicicletta elettrica. Buona parte di queste persone, però, non ha un’adeguata preparazione alla guida di mezzi che senza troppi sforzi possono raggiungere velocità di 45 km/h. Insomma, ci si deve avvicinare al mondo delle bici elettriche con un po’ di intelligenza e di capacità di capire i limiti propri e del mezzo.

Rispetto al 2018 gli incidenti in bicicletta elettrica sono aumentati del 15% a causa proprio dell’appiattimento della curva di apprendimento dei ciclisti.

Fattori di sviluppo

La bicicletta e la bicicletta elettrica, insomma, stanno prendendo piede. E ci sono altri fattori che spingono la crescita del settore delle due ruote. Il primo riguarda la creazione di un numero sempre maggiore di piste ciclabili che permettono a chi pedala di avere vie dedicate per spostarsi. Proprio la sensazione di affrontare percorsi sicuri è una delle principali leve per salire in sella.

Una bicicletta elettrica della californiana Juiced Bikes

Il secondo riguarda l’intermodalità con altre forme di trasporto. La bicicletta (magari pieghevole) che viene trasportata su un treno o in metropolitana può aiutare a coprire l’ultimo miglio dopo che ci si è spostati su distanze più lunghe a bordo di altri mezzi. Si pensa che sfruttando a fondo questo tipo di combinazioni il bacino di utenza del trasporto pubblico potrebbe aumentare fino a 9 volte grazie proprio a una maggiore connessione con le biciclette.

La rete di ricarica dedicata

C’è, infine, un terzo fattore che sta influenzando positivamente la diffusione delle biciclette elettriche. È quello della nascita – come accade sulle auto – di un’infrastruttura di ricarica dedicata. Se in città i percorsi sono brevi e si può ricaricare a casa o in ufficio, quando si parla di cicloturismo, sapere di poter raggiungere una meta dove sono presenti punti di ricarica spinge le persone a mettersi in viaggio con più tranquillità.

Bici

In questo senso non si può non citare il progetto DinaClub che proprio Repower ha avviato per elettrificare le ciclovie italiane. L’iniziativa prevede l’installazione di rastrelliere per e-bike (sono chiamate Dina) che possono ricaricare fino a 4 biciclette contemporaneamente in modo da incentivare la frequentazione di certi itinerari serviti dall’infrastruttura. Insomma, le occasioni per una sgambata non mancano. E non dimentichiamoci che è appena iniziata la bella stagione.