Ingrediente fondamentale delle auto elettriche, il nichel sta mettendo in agitazione il mercato, preoccupato per i rischi legati alle forniture dalla Russia, uno dei principali produttori al mondo. Basta pensare che il Paese, finito al centro delle sanzioni dell’Occidente a causa dell’attacco in Ucraina, detiene una quota del 17% delle vendite globali.

I prezzi sono aumentati all’indomani dell’invasione, tanto da costringere la London Metal Exchange a fermare temporaneamente le contrattazioni. Ma c’è un costruttore che non sembra preoccuparsi troppo del futuro di questo minerale. Chi? Ovviamente Tesla, al lavoro da anni per prevenire le difficoltà.

I segreti di Elon Musk

“Per favore, estraete più nichel. Vi offriremo contratti giganteschi a lungo termine se lo farete in modo efficiente e rispettoso dell’ambiente”, era stato l’appello di Elon Musk fatto alla società minerarie durante una conferenza sugli utili di due anni fa.

Durante questo periodo, il ceo ha stretto un po’ di accordi per portarsi avanti sulla concorrenza. Alcuni persino in gran segreto. Come l’ultimo, firmato con la brasiliana Vale SA per accaparrarsi il prezioso minerale riportato alla luce dalle cave in Canada.

Le prime Model Y prodotte da Tesla nella Gigafactory di Berlino
Produzione Tesla Model Y a Giga Berlin

Per l’azienda sudamericana si tratta di un tassello importante per portare avanti il programma che vede aumentare le vendite nel mercato dei veicoli elettrici, portandole dall’attuale 5% a un più ricco 30-40%. Nessuna delle due società ha però commentato le indiscrezioni, pubblicate da Bloomberg.

Tutto il nichel di Tesla

La mossa di Elon Musk si inserisce in una serie di altri contratti stipulati per mantenere il controllo della catena di approvvigionamento. Tutto secondo il principio della integrazione verticale, una delle chiavi del successo di Tesla. Un esempio? Dalla crisi dei chip.

A gennaio, per citare altri casi, la Casa si è impegnata ad acquistare 75.000 tonnellate di concentrato di nichel dal progetto Talon Metals Corp., in Minnesota. Prima ancora, il costruttore si è alleato con il più grande produttore al mondo, il Gruppo BHP, per i minerali australiani. Senza dimenticare il patto con gli operatori in Nuova Caledonia, nel Pacifico sudoccidentale.

Così Tesla si sta mantenendo a distanza di sicurezza dai competitor. E a ragion veduta, visto che, secondo BloombergNEF, la domanda di nichel nel settore delle batterie dovrebbe passare dalle circa 400.745 tonnellate di oggi a circa 1,5 milioni di tonnellate nel 2030.