Da utente affezionatissimo a socio al 10%, o quasi. La storia d’amore tra Elon Musk e Twitter si arricchisce di un altro capitolo, con il ceo di Tesla che investe quasi 3 miliardi di dollari (circa 2,7 miliardi di euro) per diventare proprietario di 73,5 milioni di azioni del social, pari al 9,2%.
A rivelarlo è un deposito alla SEC (Security and Exchange Commission) degli Stati Uniti. E, da quando hanno cominciato a circolare le notizie sull’acquisizione, il valore delle partecipazioni è schizzato verso l’alto di oltre il 25%.
Gli indizi
Qualche indizio, in realtà, Elon Musk lo aveva lasciato per strada. Il 25 marzo aveva lanciato un sondaggio con questa premessa: “La libertà di parola è essenziale in una democrazia che funzioni”. Poi, la fatidica domanda: “Credi che Twitter rispetti rigorosamente questo principio?”
Pochi dubbi da parte dei fan: il “No” si era imposto con più del 70% delle risposte, contro un 30% scarso per il “Sì”. Il giorno dopo, il ceo aveva rilanciato chiedendo consigli ai follower: “Dato che Twitter funge de facto da piazza pubblica, il mancato rispetto dei principi sulla libertà di parola mina fondamentalmente la democrazia. Cosa dovrebbe essere fatto?”
Si arriva così al 27 marzo, quando Elon Musk sgancia la bomba: interrogato da un altro utente, che gli chiedeva se tra i suoi progetti ci fosse il lancio di “una nuova piattaforma social”, l’uomo più ricco del mondo aveva risposto che ci sta pensando “seriamente”.
13 anni di cinguettii
Forse i piani del numero 1 di Tesla hanno cambiato direzione, andando verso Twitter. Oppure il visionario di Pretoria vuole mettere mano a ben due social network. Al momento, comunque, nessun post per commentare il nuovo acquisto. Il profilo Twitter di Elon Musk ci ricorda però un paio di numeri, fra i tanti, che l’uomo più ricco del mondo ha fatto in tutto questo tempo, fin dalla sua iscrizione a giugno 2009.
In quasi 13 anni di cinguetii, il ceo di Tesla ha raccolto oltre 80 milioni di follower, ma ha anche fatto arrabbiare tante persone. A questo link trovate i suoi tweet “storici”. Qui, invece, vi ricordiamo quello più famoso: era il 7 agosto 2018 quando Musk scrisse che stava pensando di trasformare la Casa in un’azienda privata, comprando tutte le azioni a 420 dollari.
Morale? Il titolo salì dell'11%, ma poi scese di una percentuale maggiore in pochi giorni, quando ci si accorse che la mossa era impraticabile. Il ceo fu multato per 20 milioni di dollari per aver turbato il mercato, fu destituito dalla carica di presidente Tesla per tre anni e fu obbligato a far controllare i tweet ai suoi avvocati prima di pubblicarli.