Elon Musk non è certo il tipo che si tira indietro di fronte a una nuova sfida. E la sfida, in questo caso, potrebbe essere quella delle materie prime, che hanno visto i prezzi aumentare a dismisura nell’ultimo anno, tra pandemia e guerra in Ucraina.
Una crescita così importante da far ipotizzare al ceo di Tesla di far tuffare la Casa in una nuova avventura: l’estrazione diretta dei minerali necessari alle batterie per auto elettriche, con il litio in cima alla lista delle priorità. Le parole di Musk, come al solito, si possono leggere su Twitter.
Problema raffinazione
Il numero 1 ha infatti risposto a un tweet che mostrava l’andamento dei costi dell’oro bianco nell’ultimo decennio, saliti da 4.450 dollari per tonnellata del 2012 a 78.032 dollari per tonnellata del 2022. E così Musk ha lanciato l’idea:
“Il prezzo del litio è salito a livelli folli! Tesla potrebbe effettivamente dover entrare nel settore minerario e nella raffinazione diretta su larga scala, a meno che i costi non migliorino. Non c'è carenza dell'elemento stesso, poiché il litio è quasi ovunque sulla Terra, ma il ritmo di estrazione e raffinazione è lento”.
Tesla ne ha bisogno
La cosa, se si concretizzasse, non sorprenderebbe troppo. Sia perché Tesla è il costruttore che fa più largo uso di litio, sia perché l’estrazione diretta di materie prime si inserirebbe nell’integrazione verticale tanto cara a Elon Musk.
Il ceo non si esprime però sugli altri elementi chimici che servono alle sue auto elettriche. Come ad esempio il nichel, protagonista in negativo di una crescita dei prezzi a causa della guerra in Ucraina. La Casa cercherà solo oro bianco o andrà a caccia di tutte le materie prime che può?