Volevano lanciare un segnale e dare un contributo nella lotta al cambiamento climatico, dimezzando le emissioni rilasciate durante il tour Music of the Spheres. Invece è polemica per i Coldplay, finiti nel mirino degli ambientalisti con l’accusa di non fare abbastanza. Anzi, addirittura di “sostenere ingenuamente il greenwashing attraverso la loro partnership con Neste”.
Le parole sono dell’associazione Transport & Environment (T&E), che punta il dito contro il passato (e il presente) del nuovo partner della band, definito un petroliere che a loro dire avrebbe “legami con la deforestazione”.
Imputati i combustibili
Tutto è partito nel 2019, quando il gruppo ha messo in standby i concerti per trovare un modo più sostenibile di viaggiare e suonare. La soluzione sembrava essere stata individuata e, così, Chris Martin e soci hanno firmato l’accordo - finito poi nel mirino - per volare con il combustibile a basse emissioni di carbonio Neste MY Sustainbale Aviation Fuel, secondo l’azienda “prodotto al 100% da materie prime rinnovabili, come l’olio da cucina usato”.
Il contratto stabilisce che i Coldplay utilizzeranno anche un “diesel rinnovabile”, chiamato Neste MY Renewable Diesel, per alimentare sia i generatori di corrente degli eventi che i camion legati alla logistica. Il tutto per 7 concerti negli Stati Uniti e 22 in Europa, con il risultato di ridurre l’impronta ambientale del 50%.
“Non è troppo tardi”
Ma T&E segnala che Neste sarebbe stata già al centro di diverse polemiche, alcune legate alla deforestazione per l’approvvigionamento di olio di palma. In più, scrive la ong, la società “non rilascia molte informazioni sulle materie prime che utilizza per creare i biocarburanti”.
Gli ambientalisti denunciano poi il fatto che “metà delle forniture di olio da cucina usato in Europa viene importata principalmente da Cina, Indonesia e Malesia”, quindi “ci sono seri dubbi sul fatto che questi rifiuti siano veramente usati”.
Transport & Environment conclude quindi la sua accusa con un “non è troppo tardi: i Coldplay possono ancora abbandonare la loro partnership con Neste e concentrarsi invece su soluzioni veramente pulite”. Una l’avevano già trovata con le batterie dalla BMW i3. Basteranno?
Fonte: Transport & Environment, Neste