Alla “bruttissima sensazione sull’economia” di Elon Musk seguono ora le pessime, seppur annunciate, notizie per i dipendenti. Perché Tesla ha dato il via ai tagli del personale comunicati a inizio giugno, che porteranno al vociferato licenziamento del 10% dei circa 100.000 dipendenti: in pratica, addio a 10.000 lavoratori.

La prova sono i vari post pubblicati su LinkedIn dagli ormai ex impiegati del costruttore. La testata Business Insider ha già individuato 11 pubblicazioni, che sono destinate però ad aumentare nelle settimane a venire. Le prime sono spuntate diversi giorni fa, ma il ritmo delle apparizioni sta ora accelerando.

Tagli un po’ dappertutto

Diversi i ruoli e i reparti coinvolti: dai capi progetto ai responsabili dell’animazione in CGI, passando per i formatori del personale e gli addetti ai magazzini. Costretti a dare l’addio anche alcuni senior, come il country manager di Singapore, Christopher Bousigues.

 

Benservito anche per James Foreman, CGI Animation Lead, che ha scritto un lungo intervento sul social network, dove racconta di aver lavorato in Tesla per 6 anni e mezzo: “In ogni caso, sono estremamente grato per tutto ciò che ho imparato in questi anni”, scrive tra le altre cose.

 

Mala tempora currunt

I dipendenti erano stati informati degli esuberi attraverso una mail del ceo, che nell’oggetto riportava la frase “Fermare tutte le assunzioni in tutto il mondo”. Musk aveva poi provato ad aggiustare il tiro, sostenendo che l’occupazione nella Casa aumenterà comunque entro un anno.

Il senso della frase era che a essere licenziati sono e saranno “solo” alcuni impiegati salariati, non quelli a ore, che lavorano al montaggio delle auto elettriche e che dovrebbero, appunto, crescere di numero. Gli stipendi rimarranno invece “stabili”.

Contemporaneamente, il numero uno della Casa ha messo un freno anche allo smart working, adesso possibile solo dopo almeno 40 ore di lavoro settimanali in azienda.