L’idrogeno si prepara a scendere in campo, perché il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato i due decreti per realizzare le opere del Pnrr che permetteranno di sperimentare l’H2 sui treni e sulle strade.

La cifra messa sul piatto arriva a 530 milioni di euro (300 milioni per il trasporto su rotaia e 230 milioni per quello su gomma) e andrà assegnata tramite appalti entro il 31 marzo 2023, mentre la fine dei lavori è fissata per il 30 giugno 2026. Il 40% delle risorse è riservato al Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

“Le proposte progettuali dovranno presentare un’analisi quantitativa integrata delle filiere industriale e operativa”, specifica il ministero.

Servizio non stop

Per quanto riguarda le ferrovie, l’investimento è pensato per mettere in pensione i treni a gasolio e ad altri idrocarburi fossili altamente inquinanti. Un vantaggio dell’idrogeno, sottolinea anche il Mims, è che consente di “saltare la fase di elettrificazione delle linee, con un notevole risparmio sui costi per nuove infrastrutture, evitando anche la sospensione del servizio”.

Il tesoretto interessa tutta la filiera: dalla produzione allo stoccaggio dell’H2 verde, passando per il suo trasporto. E poi acquisto di treni a zero emissioni e realizzazione delle stazioni di servizio, che dovranno essere 10.

“La localizzazione degli investimenti tiene conto, in via prioritaria, delle aree e delle esigenze già individuate nel Pnrr e in altri provvedimenti per l’implementazione dell’idrogeno, tra cui la Valcamonica e il Salento, la ferrovia Circumetnea e quella Adriatico Sangritana, le linee ferroviarie regionali Cosenza-Catanzaro, il collegamento ferroviario tra la città di Alghero e l’aeroporto, la tratta Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona. I beneficiari delle risorse sono le Regioni e le Province Autonome che svolgono il servizio ferroviario oggetto degli interventi innovativi”.

Peugeot e-Expert Idrogeno

Dalle rotaie all’asfalto

Saranno invece 40 le infrastrutture di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti. Priorità alle aree strategiche per i camion, “come le zone vicine a terminal interni, le rotte più interessate al passaggio di mezzi per il trasporto delle merci a lungo raggio e i collegamenti ai sistemi di trasporto pubblico locale con mezzi alimentati a idrogeno”.

Attenzione particolare poi all’asse stradale del Brennero, al corridoio est-ovest da Torino a Trieste e alle reti europee Ten-T. Tutto l’idrogeno del Piano nazionale di ripresa e resilienza comincia a prendere forma.