Il percorso della transizione alla mobilità elettrica è sempre più delineato in Europa, con il 2035 a fissare lo spartiacque decisivo per il mondo dell'auto. In Italia però sembra che di strada da fare ce ne sia più del previsto, come evidenza lo studio eReadiness di PwC Strategy&, che bolla il nostro Paese come fanalino di coda, insieme alla Spagna, tra le nazioni più reattive alla transizione elettrica. Vediamo perché.

Il caso italiano

L'indagine ha preso in considerazione intenzioni e comportamenti d'acquisto di oltre 4.600 patentati in Italia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svizzera, considerando 4 dimensioni: supporto degli incentivi, rete di ricarica, offerta di mercato e domanda dei consumatori.

Lo studio rivela come gli italiani siano sempre più interessati all'acquisto di un'auto alla spinta. Il 65% del campione intervistato ha infatti dichiarato di aver pensato ad un'auto ibrida plug-in o un'elettrica per i prossimi due anni. A stregare i potenziali clienti elettrici i minori costi di utilizzo, la possibilità di ricaricare in casa e la riduzione dell'impatto ambientale.

Le intenzioni però sembrano non trasformarsi in realtà visto che nei primi 6 mesi del 2022 le percentuali di acquisto di vetture ibride plug-in o elettriche in Italia si sono fermate al 9%, contro una media europea compresa tra il 20 e il 25%.

Un triste primato che il nostro Paese condivide con la Spagna e che secondo gli stessi intervistati è dovuto alla mancanza di una infrastruttura di ricarica adeguata e al costo delle vetture troppo elevato, su cui gli inventivi governativi incidono solo parzialmente.

Non manca poi, negli automobilisti che hanno scelto l'elettrico, un crescente grado di insoddisfazione per la gestione del processo di installazione della wall-box domestica: un passaggio chiave che in diversi casi ha registrato feedback negativi nei clienti intervistati.

La situazione in Europa

Il quadro raffigurato dallo studio di PwC è ancora più allarmante per l'Italia se si considera lo stato attuale della transizone alla mobilità elettrica negli altri paesi. Tralasciando la "solita" Norvegia, prima in classifica con il punteggio maggiore su tutte e quattro le aree di indagine, al secondo posto c'è la Svizzera con 1,8 colonnine per ogni veicolo ibrido plug-in o elettrico circolante, ma con una penetrazione migliorabile nelle stazioni di ricarica veloci.

Subito dietro Regno Unito e Germania, con 1,3 punti di ricarica per ogni auto immatricolata e una penetrazione sul mercato rispettivamente del 21% e 24%, favorita nel caso tedesco dall'erogazione di corposi incentivi. A chiudere ci sono Italia e Spagna, con la differenza però che il Paese iberico ha già garantito contributi in fase d'acquisto secondi solo a quelli norvegesi.

schema pwc

Elettrico in Italia: una questione di classe?

Il 30% degli intervistati italiani si è dichiarato ancora scettico sull'acquisto di vetture elettriche o plug-in. Il profilo generato da questo campione indica un reddito medio pari alla metà di quello dei proprietari di auto elettriche, la mancata disponibilità di un box auto o parcheggio privato e la residenza in aree extra-urbane.

La mancanza di una rete infrastrutturale adeguata rimane un tema centrale per la trasformazione pop dei mezzi alla spina, insieme all'erogazione di incentivi in grado di abbassare ulteriormente i listini dell'elettrico in Italia. Per sciogliere i dubbi degli scettici bisognerebbe abbattere le principali barriere all'acquisto, che lo studio ha rivelato essere il costo iniziale, l'autonomia limitata e i tempi di ricarica.

Le soluzioni

PwC delinea una soluzione in quattro punti per vincere la sfida della mobilità elettrica, che devono passare per i costruttori:

  • Incentivare l'usato elettrico, con programmi di certificazione dedicati, e dare supporto per gestire il business dell'usato EV;
  • Estendere la proposta ai clienti con pacchetti e servizi aggiuntivi che riguardino anche offerte su energia rinnovabile e fotovoltaico;
  • Ridefinire le modalità d'acquisto per andare incontro a tutte le tipologie di clienti
  • Costruire una custom experience distintiva, che accompagni il cliente con servizi a domicilio come la consegna del mezzo e l'installazione delle infrastrutture di ricarica.

Basterà? Difficile a dirsi, ma vista la situazione italiana sicuramente c'è da rimboccarsi le maniche.