Il calciomercato è nella sua fase più calda, con le squadre di tutta Europa impegnatissime a riorganizzare le rose in vista della stagione, tra affari d'oro, beffe, ritorni e clamorosi addii. L'obiettivo di tutti? Spostare gli equilibri.
Equilibri che fatalmente si sposteranno anche nel mondo dell'auto dopo l'addio di Herbert Diess al Gruppo Volkswagen. Una rottura preceduta da qualche scricchiolio ma comunque abbastanza improvvisa, che non potrà non avere riflessi sulle dinamiche dell'industria. Perché quando il secondo costruttore mondiale cambia il proprio ceo, significa che in un modo o nell'altro cambierà anche strategia. Quella strategia che - pare - non avrebbe soddisfatto appieno i vertici di Wolfsburg, portandoli a mettere Oliver Blume (numero uno di Porsche) al posto del manager bavarese.
Quale futuro attende il Gruppo quindi è tutto da scoprire, in un contesto di mercato sempre più complesso da leggere. Ma anche il futuro di Diess è tutto da scrivere: a 63 anni e dopo una carriera simile la "pensione" potrebbe ingolosire, ma si sa, lontano dai giochi i top manager di questo calibro si annoiano facilmente. E riesce difficile immaginare che il suo telefono non sia già stato preso d'assalto. Fatta salva l'ipotesi di un precedente (e multimilionario) patto di non concorrenza con il gigante tedesco, quale potrebbe essere la sua prossima sfida? Proviamo a fare un po' di fantamercato, mettendo sul tavolo le due alternative che appaiono più suggestive.
Le sirene di Tesla
La reciproca stima tra Diess ed Elon Musk è cosa nota e più volte è stata sbandierata dallo stesso CEO Volkswagen tramite tweet, dichiarazioni e anche l'invito a parlare durante un incontro coi i manager di Wolfsfburg. C'è poi un interessante precedente datato 2015, quando Musk provò ad assumere Diess come CEO di Tesla, salvo poi vederlo approdare in Volkswagen.
Ora, a 7 anni di distanza, quel matrimonio sfiorato potrebbe finalmente celebrarsi, con benefici per la Casa statunitense in termini di strategia e conoscenza del mercato. Al di là delle motivazioni che avrebbero portato al "licenziamento" di Diess, è innegabile infatti che il manager sappia muoversi come pochi altri nel settore, e a Bruxelles, dove è già un paladino dell'auto elettrica.
Se si pensa poi che una delle cause dell'uscita da VW sia stata legata alla componente software, in Tesla su quel fronte sarebbe tutto già più che apparecchiato. In teoria potrebbe quindi essere l'uomo ideale per prendere, almeno in parte, le redini della Casa e magari aiutare Musk a tenere a bada le dita quando si trova davanti a Twitter. Certo è però che allo stesso tempo lavorare con l'istrionico ceo sudafricano non deve essere proprio uno scherzo.
La sfida cinese
Anche le performance non del tutto esaltanti sul mercato cinese parrebbero essere state uno dei motivi che hanno decretato la fine del rapporto tra Volkswagen e Diess, con risultati sotto le aspettative e modelli che non sono entrati nel cuore degli automobilisti locali. E se ora il manager facesse il percorso inverso, trasferendosi in Cina per aiutare qualche (ricco) brand di Pechino a sbarcare in forze in Europa?

Se ora infatti stanno iniziando a vedersi modelli cinesi venduti regolarmente nel Vecchio Continente, la vera offensiva deve ancora arrivare e avere dalla propria parte uno dei massimi esperti del mercato con una densissima rete di conoscenze potrebbe essere una straordinaria freccia nell'arco di qualche grosso newcomer del Dragone. Insomma, per gli addetti ai lavori e gli appassionati del settore potrebbe aprirsi una nuova telenovela. Vedremo come andrà a finire.