Italia maglia nera dell’elettrificazione. Ormai lo sappiamo, ma le certezze trovano ulteriore conferma nei dati sulle immatricolazioni di agosto, diminuite del 29,7% per le auto elettriche pure e del 17,1% per le ibride plug-in (in media fanno -23,4%). E a luglio le cose non erano andate meglio.

I numeri, però, dicono che il mercato delle vetture alla spina procede invece spedito nel resto d’Europa. “L’Italia rimane sola tra i Paesi europei con cui ci confrontiamo (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna e UK) ad avere una quota di mercato dei veicoli BEV in calo nei primi 7 mesi (-19,7%)”, scrive Motus-E per commentare i dati.

Unici col segno meno

Scendendo nel dettaglio, l’associazione riporta che la quota di auto a batteria vendute in tutto il 2022 oscilla tra il +13% della Germania e il +81% del Belgio, nonostante i problemi dell’industria italiana siano gli stessi che affliggono gli altri Stati del Vecchio Continente.

Tornando indietro a luglio, scopriamo che le elettriche in Europa sono cresciute in media del 20%, mentre l’Italia registrava un preoccupante -30%, con uno share del 3,3%. Percentuali che, secondo Motus-E, non sono giustificate solo da una rete di ricarica pubblica inadeguata.

Colpa delle colonnine? Nì

La Penisola ha infatti “più punti di ricarica per veicolo elettrico circolante del Regno Unito, della Francia, della Germania e della Norvegia” e “un livello di potenza media degli stessi più alto della media europea e di Germania, Francia, Svezia e Spagna”.

“Anche in termini di punti di ricarica pubblici per 100.000 abitanti – continua –, quindi senza considerare la penetrazione di mercato dei veicoli elettrici, l’Italia è avanti rispetto alla Francia, che conta nel 2022 una quota di mercato di auto BEV oltre il 12%”.

Servono politiche giuste

Allora come mai siamo ancora fanalino di coda? Lo spiega ancora Motus-E: “In Italia, gli incentivi sono ripartiti in ritardo, solo a metà maggio di quest’anno”. Così, “mentre ancora si discute della bontà dell’elettrificazione”, gli altri Paesi “hanno ben chiara quale direzione seguire”, con politiche che “supportano il mercato delle auto elettriche, nonostante le contingenze geopolitiche comuni a tutti gli Stati europei”.