Mentre l’auto elettrica corre per conquistare fette di mercato sempre più grandi, le colonnine spuntano come funghi per dare il loro determinante contributo alla transizione. Se nel 2021 le stazioni di ricarica hanno fatto girare circa 11,9 miliardi di dollari nel mondo, fra 8 anni varranno 10 volte di più: 119,5 miliardi, con un CAGR (tasso composto di crescita annuale) pari al 27%. Per le infrastrutture in corrente continua (DC) al 29%.

Si legge nell’ultima ricerca di Global Market Insights, che contiene una serie di previsioni sul futuro della ricarica, da qui a fine decennio. A spingere questi numeri saranno tanti fattori, che vanno dagli investimenti di Case e charging point operator (cpo) alle politiche di lotta alle emissioni, fino alla progressiva crescita "sociale" dell’elettrificazione e all’aumento del costo della benzina.

Più auto, più ricariche

Basta pensare che un sondaggio dell’American Automobile Association parla di 1 americano su 4 pronto già a passare alle zero emissioni, nel 77% dei casi per risparmiare sui carburanti.

Indagine che va a braccetto con le stime dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea), secondo la quale il numero di veicoli elettici nel mondo passerà dai 10 milioni del 2021 a 145 milioni nel 2030. Questo porterà all'installazione di moltissime infrastrutture per la ricarica, soprattutto tra le mura di casa.

In tale contesto, l’Asia concentrerà sul suo territorio il 43% delle stazioni di ricarica. Merito soprattutto delle misure che i Governi stanno introducendo a livello locale. Pensiamo ad esempio agli incentivi per acquistare vetture a batteria che la Cina sta estendendo a dopo la fine del 2022, quando era prevista la scadenza.

BP charging station in China

Ostacoli e opportunità

L'analisi ricorda poi come i principali operatori del settore stiano investendo e stringendo sempre più alleanze per consolidare e rafforzare la propria posizione. Per quanto il mercato sia in enorme espansione non manca però anche qualche ostacolo legato agli importanti costi di installazione, che devono spesso misurarsi con l'assenza di incentivazioni.

Altro fattore da non sottovalutare secondo il report è l’impatto del Covid, che avrebbe portato tantissimi consumatori a rinviare l’acquisto di un’auto nuova: si parla addirittura dell’80%. E di certo l'incertezza causata dalla guerra in Ucraina e dai suoi riflessi non sarà d'aiuto. Per fortuna i segnali di ripresa non mancano, ma bisogna essere pronti a misurarsi con una coda lunga di questo periodo così complicato, anche per le diverse supply chain coinvolte.

Non sempre nel migliore dei modi, ma intanto la politica sta facendo "nel suo piccolo" la sua parte. In Italia ad esempio lo abbiamo visto con i fondi del Pnrr dedicati alle infrastrutture di ricarica pubblica, o con le agevolazioni per le wallbox private (per le quali si aspetta ora l'entrata in vigore).