Se confermato, sarebbe un brutto colpo per l’Europa delle batterie, ma soprattutto un campanello d’allarme importantissimo. A sganciare la bomba è il Wall Street Journal, dove si legge che Tesla starebbe pensando di riporre nel cassetto i progetti per un impianto produttivo di accumulatori accanto alla Giga Berlin, con una capacità di 50 GWh.
Le voci trapelano da “persone che hanno familiarità con la questione” e parlano di valutazioni in corso per spostare attrezzature e macchinari negli Stati Uniti, dove la Casa sfrutterebbe gli incentivi dell’Inflation Reduction Act (IRA).
Risparmi del 30-40%
E no, non si parla solo dei 7.500 dollari destinati agli americani che comprano un’auto elettrica, ma di bonus per la produzione Oltreoceano, che chiedono almeno il 50% di origine statunitense per ogni batteria. Stando al WSJ, la legge prevede infatti 35 dollari di credito d’imposta per ogni kWh di celle prodotte, più 10 $/kWh per ogni modulo o gruppo di celle.
In base alle prime stime, Elon Musk e soci taglierebbero così circa un-terzo dei costi di ogni pacco batterie. In alcuni casi, come per la Model Y, si arriverebbe addirittura al 40%. Un bel risparmio, da sommare a quello garantito dai prezzi dell’energia, che in Europa sono schizzati dopo l’attacco della Russia all’Ucraina.

Per il momento si tratta solo di un’indiscrezione, che Tesla non conferma e non smentisce. Tutto tace, almeno da quel fronte. Il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, dichiara invece di non avere notizie al riguardo.
E Biden gongola
L’episodio dimostra però come l’Inflation Reduction Act rischi di ridisegnare l’universo dell’auto elettrica, spingendo i costruttori a trovare casa in America e non perdere fette di mercato molto importanti. Proprio quello che voleva Joe Biden. Da sempre convinto sostenitore dei veicoli a batteria, il presidente ha da subito lanciato il guanto di sfida alla Cina.
Che però rischia di colpire anche l’Europa se non si trova subito una quadra, perché la poderosa industria dell’auto Ue deve essere assolutamente preservata e messa in condizione di competere con tutti. Per questo il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, è al lavoro per far cambiare idea agli Stati Uniti.
Ora, con la nuova legge, la Casa Bianca spera di portare in alto anche l’industria mineraria Usa delle estrazioni e della raffinazione, che lavora solo l’1% di ogni minerale, contro i due-terzi di nichel e cobalto del Dragone. La stessa Tesla ha deciso di dedicarsi al litio, costruendo una raffineria in Texas. Sarà l’unica mossa in chiave IRA? O davvero saluterà i piani per le batterie in Germania?
Fonte: Wall Street Journal via Automotive News Europe