Sandy Munro, noto consulente statunitense nel campo dell'industria auto, ha smontato una cella 4680 dalla batteria di una Model Y prodotta in Texas e poi l’ha aperta per vedere come è fatta al suo interno. In aggiunta, filmando il tutto con un video che è stato mostrato sul suo canale YouTube Munro Live.
La cella, di forma cilindrica e dalle dimensioni generose come ben sappiamo, rappresenta una delle novità più interessanti di Tesla e ha dettato nuovi standard nel campo delle batterie agli ioni di litio, tanto che numerosissimi produttori stanno lavorando per realizzare un prodotto dalle caratteristiche equivalenti.
La funzione strutturale si vede
Il video di Munro Live inizia con tutti gli elementi della cella 4680 – che è stata già completamente smontata – appoggiati su un tavolo. I due protagonisti del filmato, Cory Steuben e Antonio Dinunno, iniziano così ad analizzare i vari componenti per capire l’architettura interna e i metodi costruttivi di questo prodotto, che dal punto di vista chimico mantiene una formula NCM 811 (nichel cobalto manganese). Per farlo si avvalgono anche di una serie di spaccati tecnici forniti dalla Kinetic Vision.
L’analisi della cella conferma una serie di caratteristiche già annunciate in passato. Su tutte un involucro esterno in acciaio piuttosto spesso, realizzato così robusto sia per contenere le variazioni di volume della cella durante i cicli di carica e scarica sia perché queste celle vengono inserite in una batteria con assemblaggio cell-to-pack che ha – come detto più volte – una funzione strutturale.
Tra novità e certezze
Dentro invece ci sono due dischi di rame e alluminio a forma di fiore che sono collegati rispettivamente all’anodo e al catodo (che mantengono una composizione chimica tradizionale). Questa è una soluzione tecnica inedita, che richiede processi produttivi diversi sia per l’assemblaggio che per la saldatura.
Tra gli elementi fondamentali delle celle 4680, il classico jelly roll, composto dai due elettrodi e dal separatore che sono disposti in fogli sovrapposti e arrotolati su se stessi a formare una spirale, che viene poi immersa nell’elettrolita. Secondo i protagonisti del video, questa cella 4680 sarebbe una delle prime prodotte e potrebbe rappresentare una sorta di versione provvisoria di questo prodotto, che Tesla sicuramente affinerà con il tempo.
La cella 4680, al momento, è prodotta solo quantità limitate, proprio perché richiede una messa a punto delle linee che nessuno è ancora riuscito a completare. Oltre a Tesla, anche LG Energy Solution, Panasonic, Samsung SDI, Bak Battery, CATL e EVE Energy stanno provando a realizzare un prodotto equivalente. Tra le Case più attive su questo tipo di tecnologia anche BMW, che ha da poco annunciato che passerà alle celle cilindriche nel 2025, e NIO.