La ricarica wireless in movimento è la "next big thing" per le auto elettriche, tecnologia che non solo libera da cavi ma anche dalle soste per "fare il pieno" alle batterie. Di prototipi ce ne sono sempre più e ora alla corsa si uniscono anche Denso (colosso della mobilità parte del Gruppo Toyota) e Obayashi (azienda tecnologia giapponese) che, secondo la testata Nikkei Asia, starebbero collaborando per iniziare dei test in Giappone.

Non si conoscono ancora i dettagli del progetto né la timeline precisa, anche se secondo le prime voci l'obiettivo sarebbe quello di lanciare la tecnologia nel 2025 su autobus urbani a guida autonoma, per poi installarla anche su altri tipi di veicoli.

Gli altri progetti

Come detto quello di Denso e Obayashi è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo di ricerche sulla ricarica wireless in movimento, che vede l'Italia tra le protagoniste con il progetto "Arena del futuro" (promosso anche da Stellantis), un anello di circa 1 km che integra la tecnologia DWPT (acronimo di Dynamic Wireless Power Transfer), che permette appunto di ricaricare ricaricare le batterie di auto e non solo senza fili e durante la marcia.

Anche al di là dell'Atlantico, più precisamente nello Utah, Electreon (tra i partner di Arena del futuro) lancerà presto un altro centro di ricerca, con l'obiettivo di portare tale tecnologia in una strada pubblica di Detroit nel corso del 2023.

Problemi di compatibilità

Se quindi da più parti la ricarica wireless in movimento sta prendendo piede, dall'altra le aziende coinvolte dovranno lavorare per trovare uno standard comune, come avvenuto per le ricariche tradizionali con le prese CHAdeMO e CCS2.

Una questione complicata che ha visto l'intervento della SAE International (ente il cui compito è quello di normare standard ingegneristici per la mobilità in generale) con la pubblicazione dei protocolli da rispettare, così da favorire la nascita di uno standard comune a tutti che renda i vari dispositivi compatibili tra loro.