Il Canada vira con decisione sull’auto elettrica. I progetti sul tavolo sono tanti, ma uno dei più succosi lo ha svelato François-Philippe Champagne, ministro dell’Innovazione, della Scienza e dell’Industria, durante la “Bloomberg Canadian Finance Conference” dei giorni scorsi.

Con l’obiettivo di trasformare il Paese in un “fornitore di prima di scelta” di batterie per veicoli elettrici, l’idea è di convincere le società di investimento dei fondi pensione, come il Canada Pension Plan Investment Board (CPPIB), a finanziare la costruzione di una dozzina di Gigafactory. Una mole di progetti enorme, che renderebbe il Canada una sorta di "centro del mondo occidentale" per l'auto elettrica.

Creatività e investimenti

“Dobbiamo essere creativi nell’investire in queste attività e assicurare entrate stabili ai fondi pensione, garantendo al tempo stesso l’accesso alle materie prime critiche”, sono state le parole del ministro, che stima costi fino a 5 miliardi di dollari canadesi (3,71 miliardi di euro) per ogni impianto.

“Se si parla con le Case auto principali – ha aggiunto –, si scopre che avremo bisogno di decine di stabilimenti. Perciò ho cercato di discutere con loro e con i produttori di macchinari sulla possibilità di utilizzare i fondi pensione per aiutare a costruire questi asset”.

 

Una gallina dalle uova d’oro, è la speranza di Champagne, che punta alla vicinanza con il distretto di Windsor-Detroit – il principale hub automotive degli Stati Uniti – per dare una svolta alla filiera dell’auto canadese.

Chi va in Canada

Sono già diverse le iniziative nel Paese con un focus sulle quattro ruote. Le ultime, in ordine di tempo, sono quelle di Mercedes e Volkswagen, che hanno firmato dei memorandum d’intesa con Ottawa per acquisire partecipazioni strategiche nell’industria mineraria.

Stellantis e LG hanno invece annunciato una Gigafactory per batterie da 45 GWh, pronta nel 2024, mentre Tesla sta facendo un pensierino per un suo prossimo stabilimento produttivo di auto elettriche.

Progetti non inverosimili

Ma Michel Leduc, amministratore delegato senior degli Affari pubblici del CPPIB, smorza leggermente gli entusiasmi e ammette di non conoscere i piani di Champagne. A fare da contraltare ci sono però le sue dichiarazioni che parlano di progetti non inverosimili, perché quello dell’elettrificazione è uno dei settori più interessanti per gli investimenti dei fondi pensione.