Se Italia e Germania si mettono di traverso al piano dell’Europa per fermare le vendite di benzina e diesel dal 2035, l’industria continua la sua marcia verso l’auto elettrica. Un percorso che mette al centro tutti i lavoratori, sia di oggi che di domani.

Ecco perché Motus-E e Rete di Scuole per la mobilità sostenibile aumentano il loro impegno in educazione e formazione all’interno degli Istituti tecnici, professionali, Its e non solo, con l’obiettivo dichiarato di “sfruttare pienamente il nuovo potenziale occupazionale della e-mobility”.

Laboratori e percorsi

Studenti e lavoratori con necessità di aggiornarsi saranno quindi protagonisti di una serie di progetti formativi congiunti, mostrati durante Fiera Didacta a Firenze. Alcuni di questi utilizzano i fondi Pnrr Scuola 4.0 per “realizzare laboratori funzionali a migliorare la didattica la mattina e ad aggiornare le competenze dei lavoratori il pomeriggio”.

“Un prossimo passo – aggiungono le associazioni – potrebbe essere la creazione di un percorso didattico nazionale ufficiale e sempre più esteso. La Rete di Scuole per la mobilità sostenibile conta già quasi 50 istituti in 16 Regioni”.

“Farsi trovare pronti”

“Indipendentemente dalla decisione sul 2035 – ricorda Francesco Naso, segretario generale di Motus-E –, l’industria ha già fatto la sua scelta puntando sull’auto elettrica. Per questo come Paese dobbiamo farci trovare pronti, superando gli scontri ideologici e mettendo al centro il tema della formazione e di una riconversione industriale indispensabile per restare competitivi”.

Commenta anche Paolo Cortese, dirigente scolastico IIS Vallauri di Fossano e presidente della Rete di Scuole per la mobilità sostenibile: “Il prossimo anno sperimenteremo anche un ‘laboratorio digitale’ allargato a tutti gli istituti del corso nazionale per ‘Tecnico della progettazione gestione e manutenzione dei sistemi di mobilità sostenibile’, con attività in realtà aumentata e realtà virtuale. Accanto a queste esperienze, però, è indispensabile che gli studenti si esercitino in laboratori sempre più evoluti, per questo auspichiamo una disponibilità continuativa di fondi, Pnrr e non, volti al potenziamento dell’offerta didattica delle scuole”.