Le auto elettriche fanno ancora fatica quando si parla di vendita, ma almeno la produzione va bene. È questo che emerge del primo volume dell’Osservatorio TEA, iniziativa voluta da Motus-E e CAMI (Center for Automotive and Mobility Innovation del dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia).
Andando oltre il dato sulla produzione automobilistica italiana prevista per il 2023, l’osservatorio si afferma come strumento utile per fornire a istituzioni e industria un quadro dettagliato della filiera automotive nazionale, analizzandone lo stato di salute attuale e individuandone i trend evolutivi che la animano in questo periodo di transizione ecologica.
Una forte vocazione a zero emissioni
L’Osservatorio TEA, presentato alla fiera K.EY 2023 di Rimini, ha censito oltre 2.500 aziende di settore – per un totale di 280.000 occupati coinvolti – analizzandone attività e competenze per individuare opportunità di crescita e nuove possibilità di espansione.
Ed è da questa analisi che emerge la considerazione iniziale. Guardando le proiezioni dell’intero 2023, in Italia saranno prodotte circa 100.000 vetture elettriche (con la Fiat 500 in testa, chiaramente) su un totale di 500.000 unità. Questo significa che nel nostro Paese la produzione automobilistica corso sarà, per un buon 20%, a zero emissioni.
Il dato (che si scontra con quello sulle immatricolazioni) pone l’Italia, almeno in termini percentuali, tra i Paesi europei più attivi in questo settore e fornisce alla filiera un’indicazione chiara sulla direzione che la nostra industria automobilistica potrebbe prendere nei prossimi anni. I numeri, del resto, parlano chiaro: entro il 2030 le Case auto investiranno quasi 1.200 miliardi di euro per l’elettrificazione.
Il futuro è elettrico
“Il dibattito sullo stop alla vendita dei veicoli termici dal 2035 va superato – ha dichiarato Francesco Naso, segretario generale di Motus-E – dobbiamo essere veloci a supportare la riconversione della filiera italiana, che sconta ancora un certo ritardo rispetto ad altri Paesi Ue. Abbiamo delle competenze invidiate in tutto il mondo, ora serve un attento lavoro di programmazione per metterle a frutto”.
E proprio al fine di valorizzare al massimo le peculiarità del comparto automotive italiano e per facilitare questo passaggio, l’Osservatorio TEA è stato messo a completa disposizione di istituzioni e industria, con un’innovativa formula di gestione e indirizzo all’insegna della massima cooperazione tra stakeholder. “L’obiettivo a livello nazionale può essere uno solo - conclude Naso - sfruttare le trasformazioni in atto nel mondo dell’auto per rilanciare un tessuto produttivo fondamentale per il Paese”.

Interviene così, sull’argomento, Giuseppe Giulio Calabrese, responsabile scientifico dell’Osservatorio TEA e dirigente di ricerca del CNR-IRCrES: “Questa iniziativa rappresenta una grande occasione per conoscere in profondità il sistema automotive italiano nel suo complesso. In questo modo sarà possibile avere una chiara percezione delle trasformazioni in atto nel settore e di come le imprese italiane di questo ecosistema si stanno attrezzando tecnologicamente e in termini di competenze dei propri addetti”.