L’auto elettrica ha offerto alle Case cinesi un’incredibile opportunità: rinnovare la gamma per competere ad armi pari (o quasi) in Occidente. I brand che arrivano dal Paese del Dragone, inoltre, devono anche fare i conti con una concorrenza sul mercato interno sempre più agguerrita. Se vogliono crescere, quindi, devono guardare anche altrove.

Dopo qualche timido tentativo, ora sono tanti i Costruttori orientali che già vendono o si apprestano a vendere in Europa. I nomi sono sotto gli occhi di tutti: BYD, NIO, Xpeng, ma anche Chery, Ora o Wei vogliono ripetere quanto fatto da giapponesi prima e coreane dopo, per trasformarsi da “scelta esotica” ad “alternativa credibile”. Ma c’è di più.

L’espansione parte dall’Asia

Le Case cinesi, infatti, hanno iniziato a costruire fabbriche all’estero. BYD lo scorso mese ha inaugurato una fabbrica in Thailandia che arriverà a fare 150.000 auto all’anno. Lo stesso ha fatto Hozon NEV, una startup la cui produzione nel Paese asiatico inizierà nel 2024.

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Anche Changan ha affermato di voler costruire una fabbrica nel sudest asiatico, mentre GAC Motor ha messo gli occhi sull’India e sul suo enorme potenziale, per dare vita a un suo primo stabilimento fuori dai confini nazionali.

Tutte queste mosse non sono casuali. Anzi, hanno due obiettivi ben precisi: aumentare la produzione di veicoli e avere la possibilità di esportarli in varie parti del mondo più rapidamente. C’è anche chi si è spinto oltre.

Dalle fabbriche alla flotta

Proprio per aumentare l’offensiva verso mercati esteri, alcune Case cinesi hanno iniziato a creare una propria flotta di navi dedicate proprio all’esportazione. Lo ha fatto SAIC per prima, dimostrando i vantaggi di avere navi di proprietà con i risultati che sta ottenendo il suo marchio MG in giro per il mondo. Lo stanno facendo anche Chery e BYD.

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Tutta questa attenzione verso la crescita su scala globale ha fatto crescere le esportazioni di automobili dalla Cina del 54%. Dal 2022 la Cina ha superato la Germania diventando il secondo Paese al mondo per export di vetture dopo il Giappone.

  1. Giappone
  2. Cina
  3. Germania
  4. Corea del Sud
  5. Stati Uniti

Quanto cresceranno ancora le Case cinesi all’estero? Difficile a dirsi. Sicuramente ce ne saranno alcune che torneranno a concentrarsi sul mercato interno. Ma altre, con i prodotti giusti, la giusta tecnologia e una rete di distribuzione organizzata, riusciranno ad affermarsi. Non resta che stare a vedere chi farà parte del primo gruppo e chi del secondo.

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