Il porto di La Spezia ha scelto la via delle batterie per decarbonizzare il trasporto dei rifiuti, partendo dalle navi per arrivare alle discariche. Lo ha annunciato l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale insieme all'azienda Sepor, che ha prodotto e messo in funzione la prima bettolina elettrica. Ecco come funziona e dove sarà impiegata.

Come è fatta

L'imbarcazione elettrica, che sarà destinata alla raccolta dei rifiuti dalle navi ormeggiate in porto, è costruita in acciaio, con una lunghezza di 16,5 metri e una larghezza di 4,6 metri. È equipaggiata con una coppia di motori elettrici in grado di sviluppare, sulle due linee d'asse, 176 kW di potenza, alimentati da batterie al litio (dalla capacità non specificata).

La chiglia è stata progettata con due compartimenti separati da una parete in acciaio, per permettere - rispettando le attuali regole comunitarie - la raccolta differenziata già a bordo nave.

Il porto di La Spezia con i punti di ancoraggio delle navi - fonte: VesselFinder.com

L'imbarcazione farà da spola tra le navi da crociera o le commerciali e il molo della Sepor, l'azienda proprietaria che detiene attualmente l'appalto per la raccolta dei rifiuti nel porto di La Spezia. A ogni rientro la bettolina sarà ricaricata in corrente continua tramite energia rinnovabile, fornita dalla stessa Enel.

Le altre imbarcazioni elettriche

Elettra non è la prima imbarcazione 100% elettrica a operare nei porti mondiali. Nel corso dell'ultimo anno, infatti, hanno fatto il loro ingresso in acqua anche diversi rimorchiatori a zero emissioni, alcune bettoline per il carburante alimentate da fonti rinnovabili e, infine, anche una serie di innovativi traghetti operanti nel Mare del Nord, in Svezia e Norvegia.

Quel che è certo, però, è che la messa in servizio di questa bettolina elettrica rappresenta una vera e propria novità per l'Italia, che presto potrebbe aiutare a decarbonizzare ulteriormente le attività portuali. Qualcosa che in tutta Europa si sta già cercando di fare, anche con l'idrogeno.