Auto elettriche, pannelli solari, smartphone e molto, molto altro. Le materie prime critiche sono ormai un ingrediente fondamentale di quasi tutti i dispositivi che usiamo ogni giorno. L’Europa, però, dipende ancora troppo dalle importazioni, soprattutto asiatiche.

Ecco perché la Commissione Ue ha presentato a marzo il Critical Raw Materials Act (Crma), proposta di regolamento che mira a sganciare l’Unione europea dagli altri continenti. Un piano che riceve ora il suo secondo via libera.

Basta burocrazia

Dopo il Consiglio Ue, è ora la plenaria dell’Europarlamento ad approvare il progetto normativo. “Il percorso verso la sovranità e la competitività europea è stato tracciato. Con una maggioranza schiacciante tra i gruppi politici nel voto di oggi, il Parlamento europeo ha reso molto chiara la sua posizione sulla sicurezza dell'approvvigionamento europeo e assume un forte mandato nei negoziati con il Consiglio e la Commissione”, commenta l’eurodeputato Nicola Beer.

Ma cosa prevede di preciso il Crma? Prima di tutto, promuove l’innovazione lungo la catena del valore. Poi, punta a ridurre la burocrazia, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese (Pmi) e a stimolare ricerca e sviluppo di materiali alternativi e metodi di estrazione e produzione più rispettosi dell’ambiente.

Scania Battery Assembly - Interior

Impianto per la produzione di batterie Scania

Più alleanze e riciclo

Spazio anche ai partenariati fra Ue e Paesi terzi per diversificare gli approvvigionamenti europei attraverso il “trasferimento di conoscenze e tecnologie, formazione e miglioramento delle competenze per nuovi posti di lavoro con migliori condizioni di lavoro e di reddito, nonché estrazione e lavorazione secondo i migliori standard ecologici nei nostri paesi partner”, come si legge in un comunicato.

“Stabilisce – conclude la nota – obiettivi di circolarità per favorire l’estrazione di materie prime più strategiche dai rifiuti”.

I prossimi passi

Ora la proposta di regolamento sarà protagonista del cosiddetto trilogo, cioè i dialoghi fra Europarlamento, Consiglio Ue e Commissione europea, per essere poi adottato in via definitiva ed entrare in vigore.