Transizione: una parola che nel settore delle quattro ruote sta diventando quasi sinonimo di “auto elettrica”, ma che in realtà conta molte più facce. Per esempio il riciclo di veicoli e componenti a fine vita, al centro del regolamento Ue presentato a luglio dalla Commissione europea per rivedere le norme sull’End of Life Vehicle (ELF).

Obiettivo delle nuove regole è promuovere il riuso dei materiali per auto, protagoniste – se la proposta dovesse ricevere il semaforo verde – di una progettazione più “amica” del riciclo. Ma in Italia c’è chi si muove in anticipo: è Cobat, che promuove e svela il network Cyclus.

Cos’è Cyclus

Si tratta di una “Rete certificata di autodemolitori” che unisce gli operatori del settore per fornire una piattaforma dove inserire e trovare i dati su veicoli e componenti a fine vita, così da garantirne tracciabilità, sicurezza e gestione corretta.

Cobat presenta Cyclus

Una serie di auto demolite

Il software consente anche di “consultare report, statistiche e schede degli automezzi”, è la specifica di un comunicato stampa. Alla piattaforma hanno aderito già tre Costruttori come Madza, Ineos e smart, oltre a centocinquanta autodemolitori.

Sostenibilità, lavoro e indipendenza

“Promuovere le buone pratiche di recupero e riciclo per Cobat è un obiettivo costitutivo – dichiara l’amministratore delegato Claudio De Persio –. Da tempo siamo chiamati a dare sostanza a un cambio di passo nella gestione del fine vita e il comparto dell’auto su questo ha dimostrato lungimiranza e senso pratico”.

“Cyclus e Cobat intendono accompagnare questo processo di sostenibilità in modo pieno, fornendo una soluzione innovativa ed efficiente per facilitare il raggiungimento degli obiettivi essenziali di tutela ambientale e di trasparenza”.

Cobat presenta Cyclus

Claudio De Persio, amministratore delegato di Cobat

L’iniziativa è infatti lanciata per dare un ulteriore contributo alla sostenibilità automotive, in un Paese col parco circolante più vecchio d’Europa, con un’età media di oltre 12 anni a vettura. Senza dimenticare gli alti tassi di possesso degli italiani: 672 auto e 897 veicoli ogni 1.000 abitanti.

Cyclus promette poi di creare nuovi posti di lavoro legati alla selezione dei materiali, come sottolinea Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, presente alla presentazione della nuova realtà. Parole che si sposano con quelle di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile: la piattaforma darebbe una mano all’Italia sulla questione materie prime, dai punti di vista ambientale e della dipendenza dall’estero.