Si riparte, o quasi. Sta per allentarsi il blocco a Giga Berlin, lo stabilimento Tesla vittima collaterale di un incendio appiccato lì vicino nella scorsa settimana: un atto doloso che ha lasciato la Casa senza corrente, costringendola a fermare le macchine.
Servirà qualche altro giorno per tornare alla normalità, ma la società elettrica incaricata di riparare i danni dichiara di aver ricollegato l'impianto alla rete. "Ci vorrà sicuramente del tempo prima di riprendere completamente la produzione, ma il passo più importante è stato fatto", specifica il direttore dello stabilimento, Andre Thierig.
Ora il Costruttore americano riavvierà gradualmente i sistemi, anche se le conseguenze dello stop si fanno sentire: gli esperti stimano infatti un calo delle consegne da 489.000 a 421.000 unità nel primo trimestre.
Cosa era successo
Nella mattina del 5 marzo, nei dintorni dello stabilimento tedesco di Tesla, era scoppiato un incendio. La fabbrica era rimasta senza elettricità ed era stata costretta a fermare la produzione. Subito dopo l'accaduto, le autorità avevano trovato un cartello con scritto "ordigni sepolti qui": un messaggio che ha fatto ipotizzare immediatamente che dietro l'incendio ci fossero gli ambientalisti estremisti, contrari all'espansione della fabbrica.
Nel pomeriggio, infatti, un'organizzazione che si fa chiamare Volcano Group aveva rivendicato la responsabilità dell'incendio in una lettera pubblicata online. "Oggi abbiamo sabotato Tesla", c'era scritto nella nota, senza però i nomi dei responsabili.
Un'interruzione che costa cara
La polizia aveva anche raccontato di aver ricevuto una telefonata che avvertiva di un traliccio elettrico in fiamme nella zona vicina all'impianto. Le fiamme non avevano raggiunto l'impianto Tesla, che però, per ragioni di sicurezza, era stato evacuato, mentre la produzione veniva interrotta. Il costo dell'interruzione - aveva fatto sapere il Costruttore - si aggira intorno alle nove cifre di euro.
Le contestazioni
La costruzione della Gigafactory vicino a Berlino è stata da sempre molto dibattuta. Gli ambientalisti si sono detti subito contrari alla sua costruzione perché per fargli posto sarebbe stata abbattuta una grande porzione di foresta.
Inoltre l'acqua da cui la fabbrica attinge è potabile e si teme che venga utilizzata per la produzione di auto più che per la distribuzione alla popolazione nelle vicinanze e che la stessa falda acquifera possa essere inquinata dalla fabbrica.
Ma Tesla ha comunque costruito la sua Gigafactory e sta pensando di espanderla. Al momento la capacità è di circa 500.000 auto elettriche all'anno e l'obiettivo è raddoppiarla. I cittadini delle zone limitrofe non sono d'accordo e di recente hanno votato una mozione contraria all'allargamento. Per impedirne l'espansione, nei giorni scorsi un centinaio di ambientalisti hanno protestato erigendo case sugli alberi e piattaforme per terra.