La BYD Seagull, venduta a meno di 10.000 dollari negli Stati Uniti, è la sublimazione della leadership cinese nel settore dell'auto elettrica. Basta dire che le rivali in commercio negli USA - come la Nissan Leaf - costano tre volte tanto (incentivi a parte). Come recuperare il gap? Semplice: con un'anti-Seagull "made in USA", ma da realizzare in modo molto particolare.
La proposta è di Halle Cheeseman, membro dell'Advanced Research Projects Agency-Energy (abbreviato in Arpa-E, divisione del dipartimento dell'Energia specializzata in tecnologie), che lancia l'idea di indire un concorso pubblico per sviluppare un veicolo elettrico di alta qualità, dal costo produttivo di 12.000 dollari e da rivendere a 16.000 dollari.
"Fare qualcosa di diverso"
Presentata nella scorsa settimana alla conferenza Arpa-E di Dallas, l'iniziativa sottolinea la crescente preoccupazione dei funzionari statunitensi per l'arrivo di auto elettriche economiche dalla Cina. La Seagull è infatti il risultato (anche) degli incentivi elargiti per anni da Pechino. E gli Stati Uniti vogliono ora ristabilire gli equilibri.
Ford F-150 Lightning
"Siamo stati sconfitti, di brutto", ha dichiarato Cheeseman alle agenzie di stampa americane. "Dobbiamo fare qualcosa di diverso", il successivo appello. Stando quindi alle sue parole, gli USA potrebbero superare il problema accelerando l'utilizzo della robotica e della stampa in 3D nelle fabbriche, aumentando gli aiuti federali - soprattutto nella filiera delle batterie - e puntando su tecnologie come il vehicle-to-grid (V2G).
Fino a 4 anni di lavoro
Ognuna di queste tecnologie darebbe il suo contributo: la robotica a migliorare la precisione e l'efficienza, a ridurre i costi di manodopera e a minimizzare gli errori nelle linee di produzione; la stampa 3D ad accelerare la produzione di parti complesse. Insieme creerebbero linee di produzione più efficienti e veicoli elettrici più leggeri e performanti, contribuendo pure a ridurre i costi. L'unica controindicazione sarebbero gli alti investimenti iniziali.
In ogni caso, secondo Cheeseman basterebbe un anno all'Arpa-E per avviare un programma ufficiale, dalla durato poi di circa tre anni. In questo periodo, 30 milioni di dollari verrebbero distribuiti fra i team in gara. Se una delle soluzioni si presentasse come promettente, allora il dipartimento punterebbe tutto su di essa.