L’auto elettrica varrà 3,3 trilioni di euro entro il 2044. Queste, almeno, sono le stime di IDTechEx, società britannica specializzata in analisi di mercato. È chiaro, quindi, che siano molte le aziende che stanno cercando di cavalcare il salto tecnologico che anima il mondo della mobilità per prendere anche un pezzo molto piccolo di una torta molto grande.

Tra queste, ci sono quelle che operano nel settore della stampa 3D. Anch’esse in rapida evoluzione, possono offrire vantaggi reali nella produzione dei veicoli a batterie e delle loro componenti. Vediamo quali, facendo le dovute premesse.

A cosa serve la stampa 3D

La stampa 3D sta prendendo velocemente piede in campo automotive. Come spiega Lorenzo Migliarini, territory manager di Massivit, azienda specializzata proprio in questo settore, “la stampa 3D offre innegabili vantaggi in diversi ambiti della mobilità. È sempre più utilizzata per la prototipazione e per la produzione in piccola serie. Per questo, parlando di produzione, è particolarmente indicata per auto realizzate in un numero limitato, in cui la realizzazione di stampi industriali è più difficilmente ammortizzabile”.

Per questo motivo, per esempio, attrae sempre più aziende che lavorano nel motorsport. Sulle auto da corsa servono velocità di esecuzione e produzione di pochi pezzi per volta.

“Nelle competizioni la stampa 3D sta prendendo piede anche per quanto riguarda il tooling – aggiunge Migliarini –. Permette di fare strumenti personalizzati per applicazioni specifiche con una certa facilità”.

Il vantaggio della leggerezza

Venendo a un discorso più generale, la stampa 3D può consentire la produzione di componenti più leggeri. Il vantaggio, parlando di auto elettriche soprattutto, è chiaro: meno kg significa maggiori percorrenze.

Stampando componenti in 3D, inoltre, si possono realizzare componenti anche grandi e complessi. Riducono le saldature e i metodi di fissaggio, con ulteriori vantaggi sia nel contenimento dei pesi sia nella velocità di realizzazione. Questa maggior semplicità, per analogia, fa pensare al metodo del giga casting introdotto da Tesla, per quanto le tecniche siano completamente diverse.

“La stampa in 3D accorcia anche i tempi di sviluppo – dice ancora Migliarini –. È più veloce, oltre che meno costoso, realizzare prototipi e modelli di stile”.

XEV Yoyo 2023

La XEV Yoyo ha i pannelli della carrozzeria stampati in 3D

Gli ostacoli alla stampa 3D

Parlando di stampa 3D, però, ci sono anche degli ostacoli da superare. La stampa 3D lavora con un numero sempre maggiore di materiali, ma per certe cose, come la fibra di carbonio o particolari leghe di acciaio o alluminio, ancora si deve ricorrere a metodi tradizionali. Di contro, con processi di stampa 3D stanno prendendo piede anche a sostegno di questo tipo di lavorazioni.

Inoltre, come già detto, non è adatta alla produzione di massa. “Per alti volumi conviene sostenere un investimento iniziale alto e poi produrre ogni singolo pezzo con costi infinitamente più bassi di quelli legati alla stampa 3D – conclude Migliarini –. In certi ambiti la stampa 3D non è competitiva”. Non ancora, almeno…