Dalla Germania alla Spagna, passando per Francia e – purtroppo – anche Italia, le vendite di auto elettriche crollano in quasi tutta Europa (Unione europea, Regno Unito e organizzazione Efta), dove il mercato di agosto perde un complessivo 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Sono infatti 125.833 le vetture full electric immatricolate nello scorso mese nel Vecchio Continente, contro le 196.686 di un anno fa. Scende quindi il market share, che passa dal 21,7% al 16,7% (-5%). Male (ma non malissimo) anche il cumulato dei primi 8 mesi del 2024, con 1.213.626 consegne, ovvero il 5,5% in meno delle 1.283.776 di agosto 2023.

A fare peggio di tutti fra i big 5 europei è però la Germania, dove l’auto elettrica perde il 68,8% nel mese e il 32% nell’anno. Seguono Italia (-40,9% e -12,3%), Francia (-33,1% e +8,1%) e Spagna (-24,8% e +2,5%). Di positivo ci sono solo i numeri del Regno Unito, che riportano sempre il segno “più”: +10,8% e +10,5%.

Le vendite di auto elettriche in Europa (agosto 2024)

Regione Vendite Quota di mercato
Europa 125.833
(-36%)
16,7%
(-5%)
Italia 2.399
(-40,9%)
3,5%
(-1,6%)
Francia 13.143
(-33,1%)
15,3%
(-2%)
Germania 27.024
(-68,8%)
13,7%
(-18%)
Spagna 2.696
(-24,8%)
5,2%
(-1,2%)
Regno Unito 19.113
(+10,8%)
22,6%
(-2,5%)

Le vendite di auto elettriche in Europa (gen-ago 2024)

Regione Vendite Quota di mercato
Europa 1.213.626
(-5,5%)
14%
(-1,1%)
Italia 35.785
(-12,3%)
3,3%
(-0,6%)
Francia 188.575
(+8,1%)
16,7%
(+1,3%)
Germania 241.911
(-32%)
12,7%
(-5,9%)
Spagna 31.665
(+2,5%)
4,7%
(-0,1%)
Regno Unito 213.544
(+10,5%)
17,2%
(+0,8%)

Si conferma così il periodo “no” dell’auto elettrica europea, colpita da rischi di chiusura delle fabbriche Volkswagen, disinvestimenti di Stellantis nelle gigafactory per batterie come quella italiana a Termoli, retromarce dei costruttori nei piani di elettrificazione e tagli agli incentivi da parte degli Stati. Contemporaneamente precipita del 16,5% anche il mercato totale di tutte le alimentazioni.

“AIl disallineamento tra politiche climatiche da un lato e politiche industriali e commerciali dall’altro ha portato l’industria automotive dell’Ue, in assenza di misure coordinate lungo tutta la catena del valore, a dover fronteggiare un alto rischio di perdita di competitività, che può e deve essere scongiurato, oggi, dando la priorità all’implementazione di una strategia e di un piano di sostegno alla transizione per le imprese”, commenta Roberto Vavassori, presidente di Anfia.

“È fondamentale che si faccia al più presto chiarezza sui target delle emissioni di CO2, sui dazi alle importazioni e sulle politiche di incentivazione per dare certezze agli operatori e ai clienti, sia consumatori che aziende”, aggiunge Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae.

“È altrettanto importante – continua – che la rete di infrastrutture di ricarica venga velocemente sviluppata al livello necessario per supportare la diffusione della mobilità a zero emissioni, come previsto dalle stesse norme europee.

“Da parte nostra ci impegniamo a collaborare con il Governo per definire un piano pluriennale di sostegno alla transizione energetica nell’automotive, attraverso uno schema incentivi adeguato e una revisione della fiscalità sull’auto aziendale. Una particolare attenzione, nell’immediato, va all’utilizzo dei fondi residui e al recupero delle risorse sottratte al Fondo Automotive dal d.l. Coesione, che ammontano a 250 milioni”.